Tim Burton, la classifica di tutti i film secondo i voti della critica: l’ultimo posto è un’ingiustizia

Tutti i film di Tim Burton, dal peggiore al migliore secondo la critica.

Parlare di Tim Burton significa evocare un immaginario fatto di gotico pop, personaggi eccentrici e mondi a metà tra il sogno e l’incubo. Eppure, non tutti i film del regista hanno ricevuto lo stesso entusiasmo dalla critica. Alcuni sono stati accolti con freddezza, altri sono veri e propri cult. Seguendo i principali aggregatori internazionali, ecco come viene ordinata la sua filmografia, dal meno apprezzato al più celebrato. Il gradino più basso della classifica appartiene a Planet of the Apes del 2001. Un progetto ambizioso che, però, finì per deludere sia per la trama confusa sia per una messa in scena meno visionaria del previsto. Poco più in alto compare Dark Shadows (2012), che nonostante un cast di richiamo con Johnny Depp e Michelle Pfeiffer, viene giudicato un pastiche visivo e narrativo senza reale direzione. Non va meglio al sontuoso Alice in Wonderland (2010): campione al botteghino, ma bollato dalla critica come freddo e sovraccarico.

Tra i titoli meno amati ci sono anche Dumbo (2019), ritenuto un remake poco necessario, e Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children (2016), film che ha conquistato i più giovani ma che non ha convinto davvero i recensori. Divisivo anche Charlie and the Chocolate Factory (2005), accusato di ripetitività rispetto alla versione cult del 1971. La carriera di Burton, però, non è fatta solo di scivoloni. Già con Corpse Bride (2005) e Frankenweenie (2012), due progetti d’animazione in stop-motion, torna a mostrare il suo stile, anche se la critica non li ha mai considerati all’altezza dei suoi capolavori. Lo stesso vale per Mars Attacks! (1996), satira fantascientifica stravagante che divide ancora oggi: amatissima da una parte del pubblico, svalutata dai critici più severi. Da qui in avanti, il consenso cresce.

Da Beetlejuice Beetlejuice a Big Fish: si sale nel ranking dei film di Tim Burton secondo la critica

Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street (2007) viene ricordato come un musical horror cupo e raffinato, capace di valorizzare Johnny Depp e Helena Bonham Carter. Sleepy Hollow (1999) conferma la mano gotica di Burton, che trasforma la leggenda del cavaliere senza testa in un film suggestivo e sanguinolento. Beetlejuice Beetlejuice (2024), il sequel del cult del 1988, è definito un film di fascia medio-alta nella sua filmografia. Non raggiunge i vertici dei suoi capolavori storici ma posizionandosi ben sopra alle sue opere minori. Un ritorno però agli effetti pratici, le performance energiche e lo stile burtoniano. La trama appare però confusa, con scelte narrative non sempre convincenti.

tim burton
Winona Ryder in Beetlejuice Beetlejuice, l’ultimo film di Tim Burton uscito al cinema

L’epopea supereroistica di Burton, iniziata con Batman (1989), segna una svolta per il cinema di fumetti. Ma è il sequel Batman Returns (1992) ad aver conquistato più elogi, per il suo tono oscuro e visionario, spesso considerato uno dei migliori cinecomic mai realizzati. Con Big Eyes (2014), Burton sorprende tutti scegliendo una storia biografica più sobria, quella della pittrice Margaret Keane, e riceve apprezzamenti per una regia meno barocca del solito. Ancora più alto vola Big Fish (2003), una fiaba contemporanea che mescola emozione e immaginazione, tra i titoli più amati sia dalla critica che dal pubblico.

Il podio dei film più elogiati dalla critica

Per trovare l’anima più pura del regista bisogna tornare alle origini. Pee-wee’s Big Adventure (1985) segna il debutto al cinema e anticipa il gusto surreale che diventerà il suo marchio. Con Beetlejuice (1988) Burton firma una commedia nera unica, un trionfo di ritmo e fantasia che resta ancora oggi un cult assoluto. Un discorso a parte merita The Nightmare Before Christmas (1993). Con la regia di Henry Selick, nasce dall’universo burtoniano e viene spesso incluso nelle sue classifiche: un classico dell’animazione dark che ha ridefinito l’estetica del genere. Arrivando ai vertici della classifica troviamo Edward Scissorhands (1990), forse il film che più di tutti ha consacrato lo stile di Burton.

Un’opera poetica, malinconica e potente, diventata simbolo del suo cinema e pietra miliare della cultura pop. Al primo posto, secondo la critica internazionale, si piazza Ed Wood (1994). Un biopic che racconta la storia del “peggior regista di sempre” con delicatezza e umanità, trasformando il fallimento in un’ode all’amore per il cinema. La pellicola vinse due premi Oscar: capolavoro assoluto del suo autore. La parabola artistica di Tim Burton dimostra che nessun regista è immune da passi falsi, ma pochi come lui hanno saputo costruire un immaginario così riconoscibile. Tra luci e ombre, la sua filmografia continua a dividere, emozionare e sorprendere.

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