Non solo cinema d’autore: la serie Netflix che svela un magnetico e oscuro Michele Riondino

Michele Riondino sorprende ancora: dal mistero oscuro de La valle dei sorrisi al dramma intimo di Fedeltà su Netflix.

Il cinema italiano torna a puntare i riflettori su Michele Riondino, protagonista del nuovo film La valle dei sorrisi, un thriller psicologico che ha già catturato l’attenzione del pubblico. In questa pellicola, l’attore interpreta Sergio Rossetti, insegnante di educazione fisica con un passato difficile, che approda in un villaggio apparentemente felice ma in realtà segnato da un rituale inquietante. Un personaggio duro, segnato dal lutto, costretto a confrontarsi con un male che si annida nella collettività.

michele riondino
Michele Riondino e Lucrezia Guidone in Fedeltà su Netflix

Chi conosce Riondino sa bene che la sua forza sta nella capacità di non farsi mai ingabbiare in un solo genere. Per questo, se dopo il cinema volete scoprire un’altra sfumatura del suo talento, basta aprire Netflix e guardare Fedeltà, una serie che mostra il volto opposto dell’attore. Il film appena arrivato in sala porta Riondino in un territorio cupo e disturbante. Sergio Rossetti non è solo un uomo segnato dal dolore personale, ma anche una figura capace di opporsi alle storture di una comunità. Il suo sguardo, le sue esitazioni, persino il suo modo di muoversi raccontano un personaggio costantemente in bilico tra rassegnazione e ribellione. La recitazione asciutta, priva di eccessi, diventa lo strumento perfetto per raccontare la lotta contro un meccanismo collettivo che si nutre di dolore e sacrificio.

Fedeltà su Netflix con Michele Riondino: la fragilità dei sentimenti

In Fedeltà, Riondino interpreta Carlo Pentecoste, scrittore e professore universitario che si trova al centro di una crisi matrimoniale. Qui il contesto cambia radicalmente: non ci sono villaggi, rituali o atmosfere inquietanti, ma le dinamiche di una coppia che affronta sospetti, desideri repressi e la paura di non essere all’altezza. Carlo non combatte contro un nemico esterno, ma contro se stesso e contro le crepe di una relazione. Riondino porta in scena l’intellettuale vulnerabile, diviso tra fedeltà coniugale e la ricerca della propria identità.

Quello che colpisce è il salto netto tra i due ruoli. Da un lato, Sergio Rossetti vive in una realtà collettiva e perturbante, segnata da un orrore rituale. Dall’altro, Carlo Pentecoste incarna la crisi intima e quotidiana, con un dramma che si consuma nel silenzio delle relazioni. Questo contrasto dimostra la grandezza di Michele Riondino: capace di passare con naturalezza da un contesto estremo e simbolico a uno vicino alla vita di tutti i giorni. Guardare La valle dei sorrisi e poi riscoprire Fedeltà significa percorrere due strade opposte che finiscono per incontrarsi in un punto: la profondità con cui l’attore riesce sempre a restituire l’umanità dei suoi personaggi.

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