Nostalgia su RaiPlay: il film che conquista la classifica ma di cui nessuno parla.
C’è un titolo che, senza clamori né campagne pubblicitarie martellanti, è riuscito a scalare la classifica di RaiPlay fino alla sesta posizione tra i più visti. Si tratta di Nostalgia, un dramma corale del 2018 diretto da Mark Pellington, rimasto ai margini del dibattito cinefilo ma capace oggi di trovare una seconda vita grazie allo streaming. Una presenza quasi silenziosa, che incuriosisce proprio perché poco raccontata eppure evidentemente capace di colpire un pubblico trasversale. Il cuore del film è la memoria. Non quella astratta, ma quella racchiusa in oggetti quotidiani, spesso insignificanti per chi li guarda dall’esterno, ma insostituibili per chi li possiede. Attraverso la figura di un assicuratore, interpretato da John Ortiz, lo spettatore entra in diverse case e in diverse vite.
Ogni stanza custodisce un piccolo universo fatto di fotografie, cimeli, reliquie familiari, ma anche di ferite e lutti non ancora rimarginati. Il film alterna storie molto diverse: una palla da baseball che sopravvive a un incendio diventa un frammento di infanzia che nessuna fiamma può cancellare, una casa piena di oggetti accumulati rappresenta l’impossibilità di lasciar andare chi non c’è più. Ogni episodio mostra come il dolore e la memoria si intreccino, rivelando quanto sia difficile liberarsi dal passato. A dare vita a questo mosaico emotivo c’è un cast di nomi noti ma spesso sottovalutati. Jon Hamm e Catherine Keener interpretano i coniugi Bleam, alle prese con un rapporto logorato dal peso del ricordo. Ellen Burstyn e Bruce Dern, due leggende del cinema americano, offrono invece interpretazioni intense che trasmettono fragilità e dignità insieme. Accanto a loro ci sono anche volti più contemporanei come Amber Tamblyn, Patton Oswalt e Nick Offerman, capaci di dare corpo a figure familiari e riconoscibili.
Nostalgia tra i più visti su RaiPlay: la regia di Pellington e la forza delle atmosfere
Mark Pellington non cerca un racconto lineare né un climax narrativo tradizionale. Al contrario, costruisce una sorta di collage di emozioni, in cui gli oggetti parlano tanto quanto i protagonisti. Il tempo scorre lento, a tratti frammentato, ma proprio questa sospensione diventa parte integrante dell’esperienza. È un film che non pretende di piacere a tutti, ma che riesce a toccare corde intime e personali in chi accetta il suo ritmo contemplativo. All’uscita nel 2018, Nostalgia non aveva convinto del tutto la critica americana.

Troppo lento, troppo dispersivo, accusavano alcuni. Eppure oggi, grazie a RaiPlay, ha trovato nuova linfa. Nonostante il silenzio mediatico, è riuscito a imporsi nella top 10 dei film più visti sulla piattaforma, segno che il pubblico italiano è disposto a premiare storie diverse, intime e lontane dalle solite logiche di mercato. Forse proprio perché nessuno ne parla, la pellicola si sta trasformando in una piccola scoperta da condividere. Non un blockbuster, non un titolo urlato, ma un film capace di accendere riflessioni profonde sulla memoria e sul rapporto con gli oggetti che ci accompagnano per una vita intera.
