Gianmarco Saurino, dai ruoli cult di Che Dio ci aiuti e Doc – Nelle tue mani a Kabul su Rai 3: l’attore protagonista anche del progetto Cinema Multipiazza. La video intervista esclusiva.
Gianmarco Saurino è tra i volti più riconoscibili della nuova serialità italiana. L’avvocato Nicodemo Santopaolo in Che Dio ci aiuti, il dottor Lorenzo Lazzarini in Doc – Nelle tue mani, protagonista dei film Maschile singolare e Maschile plurale su Prime Video, fino alle prove intense in Per Elisa – Il caso Claps e La legge di Lidia Poët. Ogni ruolo lo ha reso sempre più familiare al grande pubblico, dimostrando una versatilità rara e una sensibilità che lo colloca tra gli attori più seguiti della sua generazione. Ma l’impegno di Saurino non si ferma ai set. Quest’estate è stato tra i protagonisti di Cinema Multipiazza, il progetto itinerante che trasforma le piazze delle periferie italiane in sale cinematografiche a cielo aperto. Un’iniziativa che unisce cultura e inclusione sociale, portando il grande schermo a chi solitamente resta ai margini dei circuiti culturali.
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Questa sera, su Rai 3, il pubblico lo ritroverà nella fiction Kabul, miniserie internazionale che racconta la caduta della capitale afghana nel 2021 attraverso uno sguardo corale e realistico. Saurino interpreta Giovanni, personaggio ispirato al console ad interim Tommaso Claudi, al fianco di un cast che include Eric Dane e Valentina Cervi. L’intervista completa che abbiamo realizzato con l’attore a giugno, durante l’Italian Global Series Festival di Riccione, è disponibile nel video nell’articolo.
L’intervista esclusiva a Gianmarco Saurino: “Kabul mette al centro le storie, non il divismo”
Nel nostro incontro a Riccione, Gianmarco Saurino ha sottolineato la forza di una serie come Kabul, capace di restituire centralità alle persone reali che hanno vissuto quel dramma. “La maniera migliore è togliere di mezzo l’attore, Gianmarco. In Kabul non riconosci gli attori, perché la storia è molto più importante del divismo. I veri protagonisti sono gli afghani”. Un ruolo che ha pesato anche emotivamente, ma che Saurino ha accolto come parte integrante del suo mestiere: “Ci sono stati momenti in cui ho sentito forte il peso di raccontare questa storia, ed è umano. Non mi è dispiaciuto, perché mi fa sentire la responsabilità di questo lavoro, importante quando è al servizio delle storie. In un periodo così volgare e medievale non dobbiamo abbandonarci all’impotenza, perché c’è la possibilità di poter cambiare le cose”.
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Alla domanda su cosa direbbe oggi a una ragazza afghana, l’attore ha risposto senza esitazioni: “Direi scusa, mi dispiace se vi abbiamo illuso per vent’anni, promettendovi un futuro migliore”. Un pensiero che si lega al senso stesso della serie, più interessata a raccontare la fragilità e la forza degli individui che non la retorica della politica. Infine, parlando dei suoi tanti ruoli e ricercando quello che più lo ha aiutato a scoprire sé stesso, Saurino ha rivelato: “Tutti, dai più leggeri fino a questo. In ognuno scopri qualcosa che non conosci di te stesso, ed è la bellezza di fare questo mestiere”. Un artista in continua ricerca, che alterna set internazionali e progetti sociali, capace di passare dai palcoscenici delle fiction più amate a quelli delle piazze italiane con il cinema itinerante. Stasera, su Rai 3, lo vedremo in una delle prove più intense della sua carriera.
