Intenso e dirompente come “L’ultimo bacio”: in prima serata il capolavoro di Muccino rimasto nell’ombra

Stasera in tv: il gioiello nascosto di Gabriele Muccino che tutti dovrebbero riscoprire.

Quando si parla di Gabriele Muccino, i titoli che affiorano immediatamente alla memoria sono sempre gli stessi: L’ultimo bacio, generazionale e dirompente, oppure La ricerca della felicità, capace di consacrare il regista italiano a Hollywood accanto a Will Smith. Eppure, c’è un film che meriterebbe la stessa attenzione, se non di più: Ricordati di me, in onda stasera su La7. Un’opera del 2003 che ha raccolto consensi più tiepidi rispetto ai due fratelli maggiori, ma che oggi, a più di vent’anni di distanza, appare come il vero punto di maturità del cinema di Muccino.

gabriele muccino
Nicoletta Romanoff in Ricordati di me

La trama di Ricordati di me ruota attorno alla famiglia Ristuccia, borghese e apparentemente normale, ma in realtà attraversata da fratture profonde. Carlo (Fabrizio Bentivoglio) è un impiegato che sogna di scrivere, ma che non trova mai il coraggio di cambiare vita. Giulia (Laura Morante) insegna al liceo ma sogna il palcoscenico. Valentina (Nicoletta Romanoff) rincorre il successo facile attraverso la televisione. Paolo (Silvio Muccino) si rifugia nella sua insicurezza e nel bisogno di essere amato. In questo contesto, la figura magnetica di Monica Bellucci, nei panni di Alessia, diventa detonatore e specchio delle fragilità dei protagonisti. Muccino racconta senza filtri una famiglia che implode, una casa in cui l’amore cede il passo a frustrazione e silenzi, dove ognuno corre verso un riconoscimento che non arriva mai.

Perché è forse il miglior film di Gabriele Muccino

La potenza di Ricordati di me sta proprio nel suo coraggio: non cerca facili consolazioni, non regala abbracci salvifici né finali rassicuranti. È un film che lascia lo spettatore spiazzato, perché mette in scena l’ordinario fallimento dei rapporti umani. Rispetto a L’ultimo bacio, che fece scalpore con i suoi tradimenti e la sua energia giovanile, qui l’attenzione si sposta su una dimensione più adulta, più amara, ma decisamente più complessa. E rispetto a La ricerca della felicità, il confronto non è con il sogno americano ma con la realtà italiana dei primi anni Duemila. Illusioni televisive e famiglie allo sbando. Riguardandolo oggi, Ricordati di me appare come una delle opere più lucide del cinema italiano di inizio millennio: cruda, corale, senza scorciatoie.

https://www.youtube.com/watch?v=Gfr9-GDOZC0

Il film è anche un prezioso mosaico di interpreti: Bentivoglio e Morante offrono due prove intense. Romanoff e Silvio Muccino incarnano perfettamente i sogni e le fragilità della loro generazione, mentre Monica Bellucci, nel suo ruolo ambiguo e affascinante, segna uno dei momenti più iconici della sua carriera italiana. A completare il quadro, nomi come Gabriele Lavia, Amanda Sandrelli ed Enrico Silvestrin, che arricchiscono la coralità di un racconto senza protagonisti assoluti, ma con tanti volti che si incastrano in un puzzle di desideri e fallimenti. Guardarlo stasera su La7 significa scoprire un Muccino diverso: meno urlato, più intimo, eppure ugualmente potente. Un film che sa parlare ancora oggi perché racconta un disagio che non ha tempo, quello di una famiglia che cerca riscatto e finisce per frantumarsi sotto il peso delle proprie aspettative. Un gioiello dimenticato, che merita di essere riscoperto proprio nel momento in cui le luci della ribalta sembrano ancora accese solo sui titoli più noti.

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