Dimenticate Malèna: Bellucci più fresca e tagliente nel nuovo film in Sicilia

Monica Bellucci è la protagonista di Ketticè, il nuovo film prodotto da Luca Guadagnino.

Il talento di Monica Bellucci incontra la visione fresca e tagliente di Giovanni Tortorici. Il regista palermitano, dopo aver esordito con Diciannove, torna dietro la macchina da presa per Ketticè, un film ambientato nella Palermo del 2012, in piena era post-berlusconiana. Accanto a due giovani interpreti emergenti, Salvatore Gallina e Rachele Testagrossa, Bellucci assume un ruolo chiave in una storia di adolescenza e disillusione. Prodotto da Luca Guadagnino, insieme a un team italo-francese, Ketticè rappresenta un cambio di passo anche per l’attrice umbra. Questa volta Bellucci si cala in un contesto sociale concreto e sfaccettato, dove il suo personaggio diventa elemento centrale in una narrazione corale, più intima e meno idealizzata rispetto a molti dei suoi ruoli precedenti.

La pellicola, girata a Palermo, racconta l’incontro tra due adolescenti in cerca di sé stessi, in una città spenta e sfiduciata. Il punto di vista scelto da Tortorici è schietto: niente nostalgie, niente filtri. Il suo sguardo è quello di chi ha vissuto quella stagione grigia e vuole raccontarla senza idealizzazioni. Bellucci, in questo contesto, interpreta una figura adulta che si muove nell’ombra dei protagonisti, ma con una forza magnetica, capace di orientare i silenzi, le emozioni, le crisi.

Bellucci in Ketticè e Bellucci in Malèna: due specchi di epoche diverse

Viene naturale il confronto con uno dei ruoli che ha reso Monica Bellucci un’icona: Malèna, di Giuseppe Tornatore. Anche lì c’era la Sicilia, anche lì c’era un adolescente che osservava una donna. Ma le somiglianze si fermano al contesto geografico e alla bellezza magnetica dell’attrice. Nel film del 2000 Bellucci incarnava il desiderio e lo stigma, diventando bersaglio di un paese intero, in un tempo in cui l’apparenza femminile era punita con la crudeltà. Era la donna muta e silenziosa che parlava con gli occhi, simbolo vivente di un’Italia maschilista e repressiva. Il suo personaggio non aveva una voce, solo un corpo da decifrare attraverso gli occhi di un ragazzino.

monica bellucci
Monica Bellucci in Màlena

In Ketticè, invece, l’attrice si spoglia di quell’aura mitologica. Non è più oggetto di osservazione passiva, ma figura consapevole in un racconto che parla di perdita di ideali e sfiducia generazionale. Non c’è romanticismo, non c’è erotismo stilizzato. Bellucci qui è ponte tra due mondi: quello spento degli adulti e quello inquieto degli adolescenti. Una trasformazione che racconta anche l’evoluzione della sua carriera: da icona sensuale a interprete complessa e libera dai cliché. Dove Malèna parlava del peso dello sguardo maschile, Ketticè prova a raccontare un’Italia dove gli sguardi sono spenti, dove anche i ragazzi hanno smesso di vedere un futuro. Un’attrice che ha saputo reinventarsi, scegliendo ruoli che la mettono alla prova e la liberano dalle etichette. E forse proprio per questo, Monica Bellucci oggi riesce ancora a sorprendere.

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