Non la solita fiction: “Noi del Rione Sanità” è l’evento più toccante dell’autunno Rai

Noi del Rione Sanità, la nuova fiction Rai che racconta la rinascita di Napoli.

All’Italian Global Series Festival di Riccione la parola d’ordine è stata una sola: riscatto. È quella che attraversa ogni fotogramma di Noi del Rione Sanità, la nuova serie in arrivo su Rai 1 da ottobre 2025, presentata in anteprima con il cast al completo e la regia di Luca Miniero. Sei episodi per tre prime serate, con al centro la figura di Don Antonio Loffredo, il parroco che ha riscritto il destino di uno dei quartieri più complessi e carichi di potenziale di Napoli. A interpretarlo sarà Carmine Recano. Una fiction nata da una storia vera e che, come sottolineato da regista e sceneggiatori, non vuole inseguire il sensazionalismo: vuole invece mostrare come la bellezza, quando nasce dal basso, possa cambiare tutto. Anche in un luogo che per anni è stato sinonimo di emarginazione.

La serie prende spunto dal libro di Don Loffredo e si nutre delle suggestioni del documentario Posso entrare? An ode to Naples di Trudie Styler. Ma trova il suo centro nel racconto di un sacerdote che ha saputo restituire dignità, arte e speranza a un’intera comunità, valorizzando i giovani del Rione Sanità attraverso il recupero culturale e artistico. Durante la conferenza stampa, gli sceneggiatori hanno ricordato l’incontro diretto con Don Antonio e con i ragazzi del quartiere: “Eravamo impotenti, Don Antonio ha una forza che noi non abbiamo”, hanno detto con emozione. “Raccontare il suo lavoro era doveroso. È tutto romanzato, sì, ma per raccontare il vero, che serve non solo a Napoli, ma all’Italia intera”. Un messaggio che si riflette anche nel modo in cui è stato pensato il progetto: “Come servizio pubblico è fondamentale veicolare queste storie. Tutto nasce dal basso. Alla Sanità ci sono tesori nascosti da troppo tempo. Raccontarli è un atto di giustizia.”

Miniero: “Una fotografia non dolce, per una verità necessaria”. Noi del Rione Sanità presto su Rai 1

Luca Miniero, alla regia della serie, ha voluto dare un’impronta precisa al progetto: “Il nostro desiderio era mostrare tutto con una fotografia importante, non dolce”, ha spiegato, “Uno strumento necessario per raccontare questa realtà senza filtri. Lavorare con questo cast è stato un onore. Conoscevo Bianca Nappi, ma ho scoperto tanti altri attori che mi hanno sorpreso. Questa è una storia che racconta vite reali”. Miniero firma così un’opera che evita toni cupi e retorici, preferendo una narrazione “favolistica” che rimanda, senza nasconderlo, ai toni di Pane, amore e fantasia e Chocolat. Un modo per aprire il racconto al grande pubblico, senza sminuirne il valore sociale. Bianca Nappi, volto amatissimo dal pubblico televisivo, interpreta Suor Celeste, figura chiave nella trama: “Mi sono ispirata ai racconti di Don Antonio per immaginare Suor Celeste. Un personaggio ironico oltre che spirituale. Ho voluto che fosse credibile, ma anche simpatica. Questi elementi servivano davvero alla storia”.

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Bianca Nappi e il vero Don Antonio Loffredo all’italian Global Series Festival di Riccione

Un’umanità che traspare sullo schermo, costruita anche grazie al lavoro di squadra: “Mi sono completamente affidata a Luca. Lavorare con lui mi ha permesso di trovare il giusto equilibrio”. Il casting ha scelto molti giovani attori napoletani tra i 16 e i 22 anni, per dare autenticità al racconto. Uno di loro è Giampiero De Concilio, che interpreta uno dei ragazzi guidati da Don Giuseppe (alter ego di Don Loffredo): “Mi emoziona parlare accanto ad attori come questi. Recitare con loro ti insegna quanto sia necessario raccontare storie come questa. Ti fa capire perché lo facciamo”. E proprio il legame tra i giovani e il territorio è uno dei cuori pulsanti della serie. I luoghi diventano parte integrante della narrazione: le catacombe di San Gennaro, la Basilica di San Severo fuori le mura, i Gradini dei Cinesi. Luoghi trasformati da Don Loffredo in simboli di una bellezza che resiste, che cresce, che unisce.

Una delle produzioni più attese della stagione Rai

Noi del Rione Sanità promette di essere uno dei titoli di punta della prossima stagione televisiva italiana. Tra sceneggiatura solida, regia attenta e un cast capace di unire esperienza e freschezza, la serie arriva in un momento storico in cui raccontare la rigenerazione urbana, culturale e umana non è solo importante: è necessario.

Presente in conferenza anche Don Loffredo in persona, che con prole sincere, sintetiche e vere, ha parlato del suo operato alla Sanità: “Ero convinto di non poter cambiare quarantenni..dopo una certa età non si cambia. Mi sono concentrato su un gruppetto di persone disposte a vivere il tempo e a inventare qualcosa. I giovani sono come gli uccelli migratori. Sanno dov’è la primavera: spesso non ho dovuto dire loro cosa fare”. L’appuntamento è per ottobre su Rai 1, ma il messaggio della serie è già chiarissimo: dove c’è comunità, c’è futuro. E dove c’è una storia così, vale sempre la pena raccontarla.

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