Sergio Castellitto raddoppia: su Netflix un film intenso che parla alle viscere.
C’è un momento in Fortunata, disponibile in streaming su Netflix in cui tutto sembra possibile. Un attimo breve, come un respiro trattenuto, in cui il destino pare finalmente ammorbidire la sua morsa. Ma poi la realtà torna a farsi sentire, e lo fa con la forza bruta della periferia romana. Dietro la macchina da presa, Sergio Castellitto dirige un dramma che non cerca sconti, che sputa verità crude e sentimenti autentici. E lo fa con un doppio ruolo che oggi acquista un valore ancora più simbolico. Perché Fortunata non è solo la storia di una donna che sogna di riscattarsi. È anche l’ennesimo capitolo del sodalizio artistico tra Castellitto e Margaret Mazzantini, coppia nella vita e nella scrittura, qui unita nel raccontare una maternità ferita, una libertà negata, una resistenza quotidiana.

Jasmine Trinca regge il film con la forza di un uragano e la fragilità di un vetro incrinato. Ma è lo sguardo del regista a fare la differenza: partecipe, affettuoso, mai giudicante. Ambientato a Tor Pignattara, quartiere romano raramente raccontato con questo grado di autenticità, il film disegna una capitale lontana dal barocco da cartolina. Qui ci sono i palazzoni che si scrostano, i cortili dove rimbombano le urla, le strade assolate in cui si rincorrono speranze e disillusioni. Fortunata vive qui. Lavora come parrucchiera a domicilio, corre da una cliente all’altra con la figlia per mano e un sogno in testa: aprire un negozio tutto suo. Il suo è un mondo fatto di cicatrici non rimarginate. Un ex marito violento (Edoardo Pesce), una figlia ferita nel profondo (Nicole Centanni), un amore che forse non è abbastanza (Stefano Accorsi, nei panni di uno psicologo infantile dall’aria salvifica ma dall’anima confusa). E poi c’è Alessandro Borghi, magnetico nel ruolo dell’amico tossicodipendente, che vive un’altra forma di condanna.
Sergio Castellitto, regista con cuore e coraggio su Netflix
Nel cuore del film c’è però Sergio Castellitto, regista e narratore di destini difficili. La sua regia non cerca lo scandalo o il pietismo. A lui interessa restituire dignità a chi lotta. Ed è qui che il suo doppio ruolo, regista e attore, seppur in un’apparizione fugace, diventa un segnale. Non serve essere in primo piano per lasciare il segno. Castellitto dirige con precisione chirurgica e passione antica. Ogni scena pulsa, ogni inquadratura respira. La sceneggiatura di Mazzantini è densa, forse persino traboccante. Ma riesce a evitare il didascalico. Il film cammina su un crinale sottile tra realtà e melò, tra documentario emotivo e romanzo di borgata. E non cade mai.
Perché vedere Fortunata su Netflix? Perché è un film che scava. Che racconta una femminilità autentica, fuori dai cliché. Perché Jasmine Trinca è sublime, e Cannes l’ha riconosciuto premiandola come miglior attrice nella sezione Un Certain Regard. Perché Castellitto continua a dare voce a chi voce non ha. E perché nella Roma raccontata da lui non ci sono filtri, solo umanità. Su Netflix, Fortunata non è solo un film da riscoprire. È un pugno allo stomaco e una carezza sul viso. Ed è tutto quello che il cinema italiano dovrebbe essere più spesso.
