Cobra con Sylvester Stallone: il film snobbato che merita una seconda visione stasera in tv.
Se hai sempre pensato che Cobra fosse un semplice film d’azione degli anni ’80, privo di spessore e destinato a rimanere all’ombra di Rocky e Rambo, preparati a ricrederti. La pellicola diretta da George Pan Cosmatos e scritta dallo stesso Stallone è un esempio lampante di cinema sottovalutato che, con il tempo, ha conquistato il suo spazio nell’immaginario collettivo. E sì, stasera in tv torna Cobra, ed è il momento perfetto per dargli una chance. Uscito nel 1986, il film incassò oltre 160 milioni di dollari a fronte di un budget di 25. Un risultato di tutto rispetto, specialmente se consideriamo che nel solo weekend d’apertura in Nord America ne guadagnò 12,6 milioni. Eppure, la critica lo trattò con freddezza: troppo violento, troppo serio, troppo poco profondo.

Ma è proprio questa serietà ostinata, questo stile cupo e iper-stilizzato, che oggi lo rendono un oggetto di culto per gli amanti dell’action vintage. Il tenente Marion “Cobra” Cobretti non è un eroe che cerca approvazione: combatte i criminali più pericolosi con metodi brutali e senza mezze misure. L’ambientazione urbana, le atmosfere da noir distopico, la colonna sonora metal e synth, il design del personaggio (con occhiali Ray-Ban, fiammifero tra le labbra e Mercury del ’50) contribuiscono a creare un mondo narrativo unico. È un film che non cerca di essere realistico: vuole essere puro stile. E ci riesce. Se ti piacciono le pellicole con protagonisti solitari, durezza urbana e giustizia spietata, Cobra ti offrirà un’ora e mezza di adrenalina allo stato puro. Non aspettarti profondità psicologica o twist narrativi alla Nolan: Cobra va dritto al punto, con azione, atmosfera e carisma.
Cobra stasera in tv su iris: perché è un cult senza tempo
Cobra è un prodotto tipico dell’action anni ’80, caratterizzato da un protagonista iper-macho, una narrazione semplice e una violenza stilizzata. Il film è noto per il suo stile cupo, le battute iconiche (“Tu sei il male, io sono la cura”) e una messa in scena che esalta l’individualismo e la giustizia fai-da-te, riflettendo il clima politico e culturale dell’America reaganiana. Dal punto di vista tecnico, Cobra si distingue per il ritmo serrato, le atmosfere urbane quasi distopiche e una colonna sonora che alterna sintetizzatori a hair metal, contribuendo a un mood da exploitation che sfiora talvolta l’horror, specialmente nelle sequenze con la setta e nelle scene in ospedale.
Il film è anche un manifesto del narcisismo di Stallone, che cura ogni dettaglio del personaggio per renderlo iconico: dai Ray-Ban al fiammifero in bocca, dalla Mercury custom agli abiti scuri. La critica ha però spesso sottolineato la scarsa profondità dei personaggi secondari, la linearità della trama e l’assenza di autoironia, elementi che lo rendono meno sfaccettato rispetto ai grandi classici dello stesso Stallone come Rocky e Rambo. Una visione che merita riscatto e gloria, e il pubblio l’ha consacrata ribaltando i pareri della critica.
