Non è solo una storia d’amore: questo film su Netflix è un pezzo della nostra vita

Quando l’amore fa tremare anche chi è addestrato a non avere paura: su Netflix torna un cult iconico e intramontabile.

C’è un momento, in ogni storia d’amore che vale la pena raccontare, in cui il tempo si ferma. Succede anche a Frank Farmer, guardia del corpo addestrata alla perfezione, abituato a prevedere il pericolo e a schivarlo. Ma nessun protocollo di sicurezza lo aveva preparato a Rachel Marron. Con il ritorno di Guardia del corpo sulle piattaforme, quel mix travolgente di romanticismo e tensione torna a farci battere il cuore. Non è solo un film: è un frammento di cultura pop che ha lasciato una cicatrice luminosa nel cuore degli spettatori.

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Kevin Costner su Netflix

La trama la conosciamo, ma rivederla è come ascoltare una canzone che ci ha segnato l’adolescenza. Rachel è una diva, icona glamour ma vulnerabile, inseguita da uno stalker invisibile e da fantasmi interiori più pericolosi. Frank è la sua armatura vivente, il muro invalicabile dietro cui nascondere la fragilità. Eppure, tra le pieghe di quel rapporto fatto di regole e distanza, sboccia qualcosa che disarma ogni difesa. Questa storia funziona perché parla di noi. Di chi ama nonostante tutto. Di chi sceglie di restare anche se dovrebbe andarsene.

Kevin e Whitney, scintille sul set e oltre: Guardia del corpo è disponibile su Netflix

Kevin Costner e Whitney Houston sono più di una coppia sullo schermo. Rappresentano due mondi che si incontrano e si rispettano. Lui, il divo solido, rassicurante. Lei, la regina del pop al suo debutto nel cinema. Eppure bastano pochi sguardi per rendere palpabile una chimica che ancora oggi commuove. Costner credette in Whitney più di quanto fecero i produttori. La volle con forza, la difese, la accompagnò nella sua prima esperienza davanti alla macchina da presa. Il risultato? Un’alchimia rara, pura, che sfida il tempo. Ci sono film che ricordiamo per una scena. Guardia del corpo ne ha almeno tre. Ma ce n’è una che brucia nella memoria collettiva: Rachel sul palco, Frank che la guarda da lontano, la voce che esplode in quel I Will Always Love You che è più di una canzone.

È una promessa non mantenuta, un bacio mancato, una carezza che sa di arrivederci. Dolly Parton scrisse il brano, ma fu la voce di Whitney a renderlo eterno. È l’emblema di un amore che non può essere, ma che resta inciso nell’anima. Questa pellicola continua a emozionarci perché è imperfetta, come le storie vere. Perché i sentimenti che racconta non invecchiano mai. E perché ognuno di noi, almeno una volta, ha sognato di essere salvato. O di salvare qualcuno. In un mondo dove tutto passa in fretta, questo film ci ricorda che certi addii durano per sempre. E che certe canzoni sanno tenerci vivi anche nei momenti più bui.

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