Eurovision 2025: Lucio Corsi porta la sua estetica teatrale alla prima semifinale a Basilea.
Questa sera, 13 maggio, Lucio Corsi salirà sul palco della prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2025, in scena a Basilea, con il brano Volevo essere un duro. Anche se l’Italia è già qualificata per la finale del 17 maggio, grazie allo status di “Big Five”, l’esibizione di Corsi è tra le più attese della serata. E non solo per la musica. A far discutere e sognare è soprattutto la sua estetica: un universo visivo che mescola glam rock, teatro, surrealismo e infanzia malinconica. Lucio Corsi non è solo un cantautore, è una visione. Un artista che ha scelto di raccontarsi attraverso la metamorfosi del corpo e del volto, facendo del trucco bianco, dei vestiti recuperati e dei simboli surreali il centro di un linguaggio visivo immediatamente riconoscibile.
Il make-up di Lucio Corsi non è mai un vezzo. È una maschera che rivela, più che nascondere. A Sanremo 2025, il suo viso dipinto di bianco, con occhi marcati e labbra rosso acceso, ha conquistato il pubblico e sollevato domande. Corsi ha finalmente spiegato il significato di quel trucco, e la risposta è un piccolo manifesto d’intenti. Gli serviva per affrontare quell’occhio così pieno di sguardi e per farsi vedere dalle ultime file. Durante i concerti lo aiuta a prendere le distanze dalla realtà e a tenere a bada le sue paure. Questo ha raccontato in una delle sue ultime interviste. Il trucco, insomma, è un mezzo per trasformare l’intimità in rito, la paura in performance. Le ispirazioni? Tante: Peter Gabriel, Bob Dylan, il teatro giapponese, ma anche la commedia dell’arte e i mimi del teatro classico.
Moda riciclata e libertà creativa: Lucio Corsi pronto a sorprendere l’Eurovision 2025
A differenza di molti colleghi, Lucio Corsi non indossa brand o capi firmati da stylist. I suoi abiti sono spesso pezzi vintage che scova nei mercatini, riadattati, recuperati dai tour precedenti. Un modo per sottrarsi alle logiche patinate dello showbiz e rimanere fedele a un’estetica genuina, a tratti naif, ma potentemente evocativa. Stasera salirà sul palco con una mini giacca gialla a spalline, imbottita ironicamente con pacchetti di patatine, come già visto sul palco dell’Ariston. Una scelta che mescola ironia, provocazione e una leggerezza solo apparente. La messa in scena del brano sarà minimalista, ma studiata nei dettagli. Due casse vintage, luci seppia, fumo e silenzi che amplificano ogni movimento. Insieme a lui, il fidato chitarrista e co-autore Tommaso Ottomano.
L’intera esibizione sarà sottotitolata in inglese, per raggiungere anche il pubblico internazionale. Una scelta che conferma la volontà di far arrivare non solo le parole, ma l’intero universo poetico che Lucio porta sul palco. Nella grande giostra dell’Eurovision, l’Italia quest’anno ha deciso di portare un outsider, un artista che non cerca consensi facili, ma racconta un’identità precisa, libera, personale. Lucio Corsi è il volto di un’Italia che osa, che usa l’arte come scudo e specchio, che rifiuta le scorciatoie dell’omologazione per abbracciare la forza fragile della poesia. E stasera, anche l’Europa avrà finalmente modo di guardarlo negli occhi.