Sognando Ballando su Rai 1 lascia perplessi: c’è un unico campanello d’allarme

Sognando Ballando o sognando troppo? La scommessa (azzardata) di Milly Carlucci prima del gran ritorno.

Ballando con le Stelle non è solo un programma televisivo. È un’istituzione del sabato sera, un rituale collettivo che da vent’anni mette d’accordo generazioni diverse. L’ultima edizione, andata in onda nell’autunno 2024, ha sfondato ogni previsione con dati da capogiro: il 34,1% di share nella finale e una media stagionale del 25,6%. Risultati così solidi da sembrare intoccabili. Ma è proprio quando tutto funziona che arriva il momento di rischiare. Ed ecco che Rai 1 lancia lo spin-off Sognando Ballando con le Stelle, in onda da ieri sera.

Ufficialmente, si tratta di un modo per celebrare i 20 anni dello show. Ma sotto la superficie patinata, Sognando Ballando ha l’aria di una grande scommessa. Quattro puntate speciali, in cui dieci ballerini professionisti, pescati da casting televisivi, si giocano un posto da maestro nella prossima edizione dello show principale. A giudicarli, la giuria storica al completo: Carolyn Smith, Zazzaroni, Canino, Lucarelli e Mariotto. A condurre, ovviamente, Milly Carlucci. Ci saranno ospiti blasonati nelle varie puntate, da Bianca Guaccero a Federica Pellegrini, da Gabriel Garko a Christian De Sica e Francesco Totti, ma la domanda sorge spontanea: tutto questo servirà davvero a rafforzare il brand Ballando, o rischia di inflazionarlo?

Sognando Ballando e il rischio della sovraesposizione

In televisione, come nella moda, anche le icone rischiano di stancare. Quando un format funziona così bene, la tentazione di spremerlo è fortissima. Ma ogni presenza in più, ogni ospitata extra, ogni variante del format aumenta il rischio di saturazione. E lo spettatore, si sa, è volubile: può amare qualcosa per anni, e poi allontanarsene in pochi mesi. Ballando con le Stelle ha sempre avuto una cadenza precisa, quasi “stagionale”. L’autunno è il suo tempo naturale. Portarlo in primavera, anche solo in forma ridotta e alternativa, potrebbe alterare l’equilibrio. Alcuni telespettatori potrebbero viverlo come un antipasto troppo abbondante prima della portata principale. E si sa: se sazi troppo il pubblico, a settembre rischi di trovarlo già stanco.

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Milly Carlucci a Domenica In

Naturalmente, Sognando Ballando potrebbe anche funzionare alla grande. Milly Carlucci ha spesso dimostrato di avere fiuto televisivo. E Rai 1, con questo esperimento, mette alla prova una nuova formula di racconto: meno vip, più professionisti, più “talento puro”. Potrebbe essere la chiave per rinnovare l’interesse verso un format longevo senza snaturarlo. Ma il rischio, nemmeno troppo velato, è che si tratti di una manovra difensiva mascherata da celebrazione. Una sorta di “piano B” in caso la ventesima edizione non riesca a replicare i miracoli del 2024. Perché quando si tocca il picco, l’unica direzione possibile è scendere.

Il pubblico premierà o punirà?

Lo scopriremo presto. I dati di ascolto delle prime puntate dello spin-off parleranno chiaro. Ma l’impressione è che Sognando Ballando non sarà una semplice parentesi primaverile. Sarà un vero e proprio test di resistenza per il marchio Ballando. E per la stessa Carlucci, che si gioca la reputazione su un progetto in bilico tra nostalgia e innovazione.

Un flop, anche solo parziale, potrebbe avere conseguenze serie sulla prossima stagione. Un successo, invece, aprirebbe nuove prospettive per lo show, magari persino un modello replicabile su altri fronti. Una cosa è certa: Rai e Milly stanno scommettendo grosso. E il pubblico lo sa. Starà a lui, come sempre, decidere se questa volta vale la pena alzare la paletta o lasciarla sul divano.

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