Questo film su Netflix spiega perché Timothée Chalamet merita il David Speciale

Non solo David di Donatello: questa è la performance di Thimothée Chalamet che tutti dovrebbero vedere.

Il 7 maggio 2025, Timothée Chalamet sarà uno dei grandi protagonisti della 70ª edizione dei Premi David di Donatello, in diretta su Rai 1. L’attore franco-statunitense riceverà il David Speciale, un riconoscimento riservato alle figure internazionali che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cinema contemporaneo. E non è un caso: Chalamet è ormai un’icona globale, capace di coniugare cinema d’autore, blockbuster e sensibilità generazionale. Ma c’è un film, disponibile su Netflix, che merita di essere riscoperto proprio ora. Non solo per il tempismo perfetto, mentre tutti parlano di A Complete Unknown, il biopic su Bob Dylan che gli è valso una nomination all’Oscar come Migliore Attore Protagonista, ma perché contiene una delle più grandi interpretazioni della sua carriera.

timothée chalamet
Chalamet nel film Il re su Netflix

Nel 2019, David Michôd dirige Il re (The King), adattamento libero delle opere di Shakespeare incentrate su Enrico V. Chalamet interpreta Hal, il principe riluttante che abbandona la ribellione per vestire i panni del sovrano d’Inghilterra. Un ruolo che, a differenza dei suoi personaggi più noti, da Elio in Chiamami col tuo nome al Paul Atreides di Dune, lo mette di fronte al potere, alla responsabilità e al tradimento. Hal è un personaggio stratificato, introverso, diviso tra il desiderio di fuga e il dovere. E Chalamet lo interpreta con una profondità sorprendente, lontana anni luce da ogni cliché. Nessuna retorica eroica: il suo Enrico V è fragile, umano, giovane. E proprio in questo sta la sua forza.

Un cast da brividi e una regia essenziale: riscopri un magnetico Timothée Chalamet su Netflix

Accanto a lui, un cast di altissimo livello: Robert Pattinson è un delfino di Francia bizzarro e provocatorio, Joel Edgerton è il fidato Falstaff, Ben Mendelsohn interpreta un Enrico IV duro e distante. Ma è Chalamet a reggere il cuore del film, con uno sguardo che racconta più di mille parole e una presenza scenica che cresce scena dopo scena, battaglia dopo battaglia. Michôd sceglie uno stile sobrio, realistico, quasi austero. Le battaglie non sono spettacolarizzate, ma sporche, faticose, ravvicinate. Il re non cerca l’epica: preferisce raccontare il peso della corona, il fardello della solitudine, il conflitto interiore. Per chi ama Chalamet e ne ha seguito l’evoluzione, Il re rappresenta un punto di svolta. È la prima volta in cui si confronta con un personaggio storico, adulto, immerso in dinamiche di potere complesse.

E lo fa senza perdere la propria cifra stilistica, quell’eleganza malinconica che lo distingue da tutti gli altri. In diverse interviste, l’attore ha raccontato quanto questo ruolo lo abbia messo alla prova: “Non volevo essere solo una figura regale, ma mostrare quanto possa essere difficile crescere, scegliere, decidere da soli”. Un tema che risuona fortissimo, anche oggi, nella generazione che lui rappresenta così bene. Guardare Il re nel 2025 significa ritrovare un Chalamet più che mai attuale, in un film che parla di potere e identità, fedeltà e maturazione. Un’esperienza intensa, visivamente potente e intimamente emotiva.

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