Netflix, film capolavoro premiato a Cannes: ha scritto le regole del cinema italiano

Netflix fa un regalo agli utenti: il capolavoro che ha riscritto la storia del cinema italiano è finalmente nel catalogo.

In un panorama digitale dominato da serie veloci e film “mordi e fuggi”, Netflix sorprende tutti con un gesto che sa di memoria, identità e arte. Il colosso dello streaming ha appena inserito nel suo catalogo, nel suo omaggio al grande cinema italiano, un titolo che non è solo un film: è una ferita aperta, una preghiera laica, una pietra miliare del cinema mondiale. Una Palma d’Oro che torna a splendere tra gli algoritmi e gli scroll infiniti. E no, non è un film da “tenere in lista”. È un appuntamento con la storia. Chiunque abbia anche solo sfiorato l’essenza del neorealismo italiano conosce la potenza di quest’opera. E chi non l’ha mai vista, ha oggi l’occasione perfetta per colmare un vuoto.  Non capita tutti i giorni di poter cliccare su un manifesto del nostro cinema. Non un’opinione, ma un dato: questo film ha ridefinito la grammatica cinematografica, ispirando intere generazioni di autori, da François Truffaut a Martin Scorsese.

È lo stesso Rossellini a dirigere, affiancato in sceneggiatura da Sergio Amidei, Federico Fellini e Carlo Celeste Negarville. Capite bene: un sogno impresso in pellicola. Ambientato nella Roma occupata del 1944, Roma città aperta non racconta semplicemente la Resistenza. La vive. La incarna. La sanguina. Giorgio Manfredi fugge dalla Gestapo, trovando rifugio tra le mura di una città martoriata ma viva. Intorno a lui, un’umanità autentica, fatta di volti scavati dalla fatica, di madri coraggio, di parroci che sfidano l’orrore con la forza della fede e della dignità. Anna Magnani, nella scena madre che la consegna all’eternità, corre gridando “Francesco!” prima di essere falciata da una raffica nazista. È un urlo che attraversa il tempo, la pellicola e il cuore. Aldo Fabrizi, nella veste di Don Pietro, si carica sulle spalle l’anima di un popolo. Nessun artificio, nessun trucco: solo verità.

Non è solo un film: Roma città aperta su Netflix è un documento, è un grido, è un testamento

Il valore storico di questo film è incalcolabile. Girato a pochi mesi dalla fine dell’occupazione, con macerie reali e occhi ancora colmi di paura, restituisce un’Italia che cerca di rialzarsi e raccontarsi. E lo fa con una potenza tale da essere premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes 1946, due Nastri d’Argento, una nomination all’Oscar e il plauso della critica internazionale. Ma non si tratta solo di riconoscimenti. Questo film ha cambiato la percezione dell’Italia nel mondo. Ha riscritto l’identità culturale del nostro Paese. E oggi, grazie a Netflix, è lì, pronto a essere (ri)scoperto da milioni di utenti. Una scelta editoriale coraggiosa, preziosa, necessaria.

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Una scena da Roma città aperta su Netflix

Un’eredità che resiste: è molto più di un’opera cinematografica. È un pezzo di carne viva: la voce degli ultimi. La bellezza della verità raccontata senza orpelli. È un testamento morale che ancora oggi ci guarda dritto negli occhi. In un’epoca in cui tutto passa in fretta, in cui lo streaming spesso divora senza masticare, avere Roma città aperta nel catalogo è un atto d’amore verso la cultura. È un regalo che va accolto con rispetto e con la consapevolezza di trovarsi davanti a un gigante. Netflix ha fatto la sua parte. Ora tocca a noi.

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