Netflix aggiunge un colosso italiano da 2 Oscar: lezione di cinema senza rivali

Un regalo inaspettato: Netflix riporta in vita un monumento del cinema italiano.

Certe volte, aprendo Netflix senza aspettative, si finisce per inciampare in un capolavoro. Non uno qualunque, ma uno di quelli che non appartengono solo alla storia del cinema, ma alla memoria collettiva. Un’opera che ha segnato un’epoca e continua a risplendere tra i titoli più celebrati del mondo. Ora, questo gioiello è finalmente disponibile in streaming, un dono raro per chi ama il grande schermo e un’occasione irripetibile per chi ancora non lo conosce. Tra i mille contenuti proposti dalla piattaforma, molti dedicati questo mese al cinema d’autore italiano, c’è un film che non si guarda: si attraversa. Una pellicola che racconta il caos interiore con una poesia che oggi sembrerebbe impensabile, eppure attualissima.

È tornato tra noi come un vecchio amico, portando con sé il peso degli Oscar, il profumo del bianco e nero e la voce di un’epoca che, paradossalmente, sa parlare al presente meglio di molte opere moderne. C’è un regista in crisi. Non sa più cosa raccontare, né come. Intorno a lui, tutti si aspettano un nuovo film. Ma lui ha solo il vuoto, il disordine dei ricordi e delle fantasie, l’imbarazzo della routine. Il suo nome è Guido Anselmi. Ma dietro quel volto stanco, interpretato da un magistrale Marcello Mastroianni, c’è molto di più: c’è l’alter ego di Federico Fellini.

Netflix: capolavoro che ha riscritto le regole del cinema

Sì, perché non è solo un film: è un autoritratto, un viaggio nei sogni, nei tormenti e nei desideri dell’autore. È una danza tra realtà e immaginazione, tra moglie e amante, tra arte e caos. Un’opera che non segue una trama lineare, ma fluttua. Che non cerca una risposta, ma il senso stesso del chiedere. Con al fianco attrici magnetiche come Claudia Cardinale, Anouk Aimée e Sandra Milo, il film costruisce un mondo sospeso in cui tutto è possibile. E in questa sospensione, lo spettatore si ritrova incantato, confuso, commosso. Netflix ha fatto una scelta controcorrente. In un’epoca di contenuti rapidi e dimenticabili, ha deciso di restituire al pubblico un’opera che richiede tempo, attenzione e abbandono. Un film che chiede di essere vissuto, non solo guardato. La fotografia di Gianni Di Venanzo, la colonna sonora di Nino Rota, i costumi premiati con l’Oscar di Piero Gherardi: ogni elemento parla una lingua diversa, ma suona in perfetta armonia. È cinema allo stato puro, quello che riempie gli occhi e accende i pensieri.

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Marcello Mastroianni è l’alter ego di Federico Fellini

E se oggi qualcuno lo scopre per la prima volta, grazie allo streaming, allora il cinema ha davvero vinto. Perché i capolavori non invecchiano, si rivelano di nuovo ogni volta che qualcuno li guarda per la prima volta. Non è un caso che registi come Martin Scorsese, Terry Gilliam e Pedro Almodóvar lo abbiano citato come fonte d’ispirazione. Questo film ha cambiato il modo di raccontare il cinema. Ha anticipato il metacinema, ha osato mettere l’autore al centro della scena, ha trasformato l’arte in confessione. Il titolo stesso è un gesto d’arte. Una conta, un bilancio, un mezzo film che vale come dieci. Un modo per dire: “Questo sono io, con tutte le mie contraddizioni”. E in questa confessione, ci siamo anche noi. Chi non ha mai avuto un momento in cui tutto sembrava sfuggire di mano? Chi non ha mai voluto fermare il mondo per ritrovare sé stesso? Questo film parla proprio di questo. E per questo, parla a tutti noi.

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