Un film su RaiPlay che devi subito recuperare: visione intima e divisiva.
I Villeggianti, diretto e interpretato da Valeria Bruni Tedeschi, è un film che ha fatto parlare di sé, diviso il pubblico e scatenato riflessioni. Ora finalmente disponibile su RaiPlay, questa pellicola rappresenta un’esperienza unica per gli amanti del cinema che, purtroppo, non lascia indifferenti. Come spesso accade con il cinema di qualità, il film non cerca di piacere a tutti, ma proprio per questo ha un valore raro: scosso, emozionato e indotto lo spettatore a porsi domande. E, in fondo, è questo che il cinema deve fare. Anna (Valeria Bruni Tedeschi), regista e sceneggiatrice, arriva con la figlia per trascorrere una vacanza dopo una dolorosa separazione dal compagno Luca presso una villa in Costa Azzurra. Circondata da familiari, amici e personale di servizio, Anna cerca di gestire il lutto per la fine della relazione, ma anche di concentrarsi sul suo nuovo progetto cinematografico.
RaiPlay: guarda I Villeggianti per una visione senza precedenti
La villa diventa così lo sfondo di una riflessione intima e profonda, dove emergono conflitti familiari, segreti, paure e desideri nascosti. Il tono del film mescola commedia e dramma, con la narrazione che si sviluppa come un’opera teatrale suddivisa in atti. In questo microcosmo borghese, ogni personaggio rivela, attraverso le sue nevrosi e le sue fragilità, una dimensione universale del dolore e della solitudine. È un film che lascia un segno, proprio perché mette a nudo l’essenza umana con sincerità. L’accoglienza a I Villeggianti è stata contrastante. Da un lato, il film è stato lodato per la sua sincerità autobiografica e per l’abilità della Bruni Tedeschi nel rappresentare la borghesia contemporanea, mettendo in luce le nevrosi e i conflitti con un’ironia tagliente. La regia elegante e il modo in cui il film esplora i temi del lutto e della solitudine sono stati apprezzati. Tuttavia, non tutti sono rimasti affascinati.
Alcuni critici hanno trovato la narrazione frammentata e poco coinvolgente, giudicando il tono autoreferenziale e il ritmo lento come ostacoli a una connessione emotiva con lo spettatore. I personaggi, per alcuni, sembrano più delle caricature che degli individui complessi. Nonostante le critiche, I Villeggianti ha ottenuto candidature prestigiose, come quella ai Nastri d’Argento per Valeria Golino come miglior attrice non protagonista e ai David di Donatello per Valeria Bruni Tedeschi come miglior attrice protagonista. Una riflessione sulla borghesia, ma lo fa attraverso uno sguardo personale e intimo. La villa in Costa Azzurra non è solo il luogo dove si svolge la trama: è una metafora del nostro isolamento sociale ed esistenziale, uno spazio dove si intrecciano dinamiche di potere tra padroni e servitù, e si svelano conflitti familiari irrisolti.
I Villeggianti: qualche curiosità
Ogni dettaglio, dalla regia alla sceneggiatura, ci porta a riflettere sul peso delle aspettative sociali e sul modo in cui ciascuno di noi si confronta con i propri demoni interiori. Un tema centrale è il confronto tra i vivi e i morti, con il lutto per il fratello defunto di Anna che permea l’intero film. Il finale, che mescola realtà e immaginazione, è un omaggio al cinema di Fellini, sottolineando l’impossibilità di separare veramente il passato dal presente. Un aspetto affascinante di I Villeggianti è la sua natura parzialmente autobiografica. La figlia adottiva di Anna è interpretata dalla vera figlia adottiva di Valeria Bruni Tedeschi, Oumy Bruni Garrel. La sorella di Anna, Elena, è interpretata da Valeria Golino, e alcuni critici vedono nel personaggio un rimando alla vera sorella della regista, la cantante Carla Bruni.

La villa che fa da scenario al film è una residenza reale della famiglia Bruni Tedeschi, aggiungendo ulteriore autenticità all’opera. Il film, presentato fuori concorso alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2018, è arricchito da musiche evocative, tra cui il duetto tra le sorelle che cantano Ma che freddo fa di Nada, che ben sottolinea i momenti più emozionanti della narrazione. Un’opera complessa e sofisticata che esplora temi universali con un approccio personale e intimo. È un film che ha diviso il pubblico, ma che ha anche avuto il merito di scuotere, interrogare e provocare. Con il suo stile inconfondibile, Valeria Bruni Tedeschi ci regala un ritratto vivido della solitudine e delle tensioni familiari, che merita di essere visto e discusso.
