Dopo Borotalco di Carlo Verdone, recupera un altro cult molto simile del regista.
Negli ultimi giorni, gli italiani hanno riscoperto il capolavoro di Carlo Verdone, Borotalco, complice la tragica scomparsa di Eleonora Giorgi, indimenticabile interprete di Nadia. Questo ritorno collettivo a una pellicola che ha segnato un’epoca riporta alla luce non solo il talento dell’attrice, ma anche l’inconfondibile stile cinematografico di Verdone: un mix perfetto tra leggerezza e malinconia, ironia e delicatezza emotiva. Ma chi ha amato Borotalco troverà lo stesso spirito in un altro cult del regista romano: Acqua e sapone. Due film apparentemente lontani nella trama, eppure legati da un filo sottile di nostalgia e autenticità.
Borotalco racconta l’iniziazione alla vita adulta di un giovane timido, Sergio Benvenuti, interpretato dallo stesso Verdone, che per impressionare una ragazza si finge ciò che non è. Dall’altra parte, in Acqua e sapone troviamo Rolando, un uomo che, per necessità economica, si spaccia per un professore per dare ripetizioni a una giovanissima modella americana, Sandy Walsh. Se da un lato Borotalco narra la trasformazione di Sergio attraverso il suo alter ego spavaldo, dall’altro Acqua e sapone gioca sul rapporto tra ingenuità e maturità, dove Rolando si lascia sorprendere dalla freschezza di Sandy. A connettere le due pellicole non è solo il tono scanzonato e la capacità di raccontare le insicurezze e i sogni degli italiani degli anni ’80, ma anche la figura femminile che sconvolge la vita del protagonista: Nadia in Borotalco e Sandy in Acqua e sapone.
Acqua e Sapone e Borotalco: due cult di verdone deliziosamente unici
Entrambe queste meravigliose protagoniste rappresentano una femminilità dolce e inconsapevole del proprio potere. Nadia, con la sua bellezza mista a fragilità, è una donna alla ricerca di un amore sincero. Sandy, nonostante la sua giovane età, possiede una saggezza innata che disarma chi le sta accanto. Entrambe, con la loro spontaneità, mettono a nudo le insicurezze di due uomini che, nel tentativo di essere diversi da ciò che sono, finiscono per trovare se stessi. Altro elemento imprescindibile è la musica. In Borotalco, le note di Lucio Dalla e Stadio accompagnano l’intera narrazione, donandole un respiro ancora più nostalgico e intenso. In Acqua e sapone, invece, la colonna sonora di Antonello Venditti e Vasco Rossi accompagna la crescita interiore dei protagonisti, con brani che catturano perfettamente l’atmosfera dell’epoca.

Non si può poi dimenticare la fotografia, elemento chiave in entrambi i film. Borotalco ci regala una Roma anni ’80 che oscilla tra quartieri borghesi e zone popolari. Gioca con luci calde e ambientazioni che parlano da sole. Acqua e sapone, invece, ci porta in un mondo fatto di alberghi di lusso e periferie romane. Sottolineando dunque il contrasto tra l’apparente perfezione della vita da modella e la semplicità delle emozioni autentiche. Ecco perché, se Borotalco ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi lo ha visto e rivisto, Acqua e sapone è un altro tassello fondamentale per comprendere la poetica di Verdone. Due pellicole che, con il loro equilibrio perfetto tra comicità e malinconia, parlano di identità, illusioni e piccole grandi trasformazioni. Due film che, ancora oggi, riescono a emozionare, far sorridere e, soprattutto, farci sentire un po’ più vicini a un passato. Forse in fondo, non è mai davvero scomparso.
