Marco Giallini su RaiPlay in un film che merita la vostra attenzione: una denuncia sottile, sotto forma di commedia che lascia il segno.
Io sono Tempesta è una commedia che gioca con le contraddizioni del potere, delle disuguaglianze sociali e della morale fluida della società contemporanea. Diretto da Daniele Luchetti, il film vede Marco Giallini, da poco intervistato da Alessandro Cattelan nel suo podcast Supernova, nei panni di Numa Tempesta, un finanziere senza scrupoli che si trova improvvisamente a dover scontare una pena per frode fiscale non in carcere, ma in un centro di accoglienza per senzatetto. Un ribaltamento di prospettiva che, sulla carta, sembra il perfetto pretesto per una satira sociale pungente. L’aspetto più interessante della narrazione è il confronto tra il mondo dorato della finanza e la dura realtà dei meno fortunati. Tuttavia, il film evita qualsiasi facile moralismo: Tempesta non è un personaggio che subisce un’improvvisa illuminazione morale, e i senzatetto che incontra non sono ritratti come vittime idealizzate.

Ognuno, a suo modo, cerca di sfruttare la situazione a proprio vantaggio, restituendo un quadro cinico ma onesto della natura umana. Elio Germano interpreta Bruno, un uomo che ha perso tutto tranne il figlio Nicola (Francesco Gheghi), un personaggio che spicca per la sua autenticà e la sua maturità precoce. Nicola rappresenta il punto di vista di chi, nonostante le difficoltà, conserva una lucidità e un senso di responsabilità che mancano agli adulti intorno a lui. La sua interazione con Tempesta è una delle parti più riuscite del film, mostrando una dinamica credibile tra due mondi apparentemente inconciliabili.
RaiPlay, Marco Giallini in una pellicola che merita attenzione: tutti dovrebbero guardarla
Il film colpisce proprio per la sua struttura narrativa. Il ritmo dinamico e alcune scelte di sceneggiatura lasciano spazio a sviluppi imprevedibili. Ciò che funziona è la rappresentazione di un’Italia in cui tutti sembrano avere un prezzo e in cui i confini tra giusto e sbagliato si fanno labili. La fotografia contribuisce a rendere tangibile questa atmosfera di precarietà e opportunismo, mentre la regia di Luchetti mantiene un approccio sobrio, evitando eccessi stilistici. Che dire poi dei due protagonisti? Una coppia d’oro nell’olimpo del cinema italiano.
Tempesta richiama l’eredità di Alberto Sordi e Vittorio Gassman (quello de Il sorpasso, omaggiato nel film con un suono di clacson) e rappresenta un’interpretazione che si discosta dalle consuete caratteristiche di uno dei volti più amati della scena cinematografica italiana. Io sono Tempesta è un film che intrattiene e stimola qualche riflessione, senza tuttavia lasciare un segno profondo. Non una critica feroce alla società, ma piuttosto un’amara constatazione della sua realtà. Disponibile su RaiPlay, merita una visione per chi apprezza le commedie dal retrogusto agrodolce, capaci di far sorridere senza nascondere le brutture del mondo in cui viviamo.
