Michele Riondino parla del rapporto con Sam Clafin sul set de Il Conte di Montecristo: tutta la verità dell’attore.
Nella serie evento di Rai 1 diretta da Billie August, interpreta Jacopo. Alexandre Dumas nel romanzo de Il Conte di Montecristo, ha scelto un contrabbandiere italiano come fedele compagno dell’eroe, che cerca vendetta e giustizia dopo la sua lunga prigionia. Michele Riondino interpreta l’affascinante ed eclettico personaggio, e questo gli ha permesso di scrivere il suo nome in una delle produzioni più amate del 2025.
Numeri da capogiro su Rai 1 e un consenso altrettanto corposo su RaiPlay, dove sono stati aggiunti anche gli episodi in lingua originale. L’attore pugliese, che abbiamo visto da poco anche nella strepitosa I Leoni di Sicilia di Paolo Genovese, ha risposto ad alcune domande e sicuramente, la più interessante riguarda il lavoro con uno degli attori più amati e seguiti nel panorama cinematografico mondiale: il protagonista Sam Clafin. Nei panni di Edmond Dantès lo vediamo cupo e a tratti sfuggente e scontroso: è così anche nella realtà? Il collega di set risponde dopo i lunghi mesi di ciak trascorsi insieme.
Michele Riondino sul rapporto con Sam Clafin: “Diversissimo da Il Conte di Montecristo”
Un divo sfuggente, intoccabile e inarrivabile. Una prerogativa apparente di molti attori stranieri, soprattutto quando si trovano a lavorare con i nostri ‘conterranei’, in teoria più terreni e alla mano. Michele Riondino ha totalmente ribaltato questa credenza in relazione al periodo trascorso sul set, fianco a fianco con Sam Clafin. L’attore britannico, che negli anni ci ha regalato dei ruoli forti e intensi, è in realtà totalmente diverso da quello che molti, e forse lo stesso Riondino, hanno creduto nel tempo. Per niente arrogante e scontroso, anzi, tutto l’opposto a detta dell’attore e regista tarantino, che ha condiviso con lui un’esperienza davvero magnifica.

In una delle ultime interviste, l’interprete di Jacopo ha definito il lavoro insieme molto piacevole per lui. Ha ricordato i tempi sul set de I Leoni di Sicilia, e come per serie lunghe e di questa portata, serva molta pazienza sul set. Si è visto già a Venezia e nelle conferenze di presentazione che tra i due, è nato un bel feeling: è davvero difficile mascherare astio e tensione, e quando loro si mostrano insieme, è praticamente assente questo tipo di sensazione. Riondino ha parlato poi del progetto in generale: una produzione internazionale come se ne vedono poche di questo calibro al giorno d’oggi. Per lui è stato come tornare dritto all’Ottocento: un’esperienza che aggiunge ricchezza e grandezza al suo già folto bagaglio professionale.
