Un film 'piccolo', ma che pesa come una montagna: La sposa bambina è la rivelazione del momento su RaiPlay.
Sempre più sorprese nel catalogo targato RaiPlay. A far parlare non sono blockbuster o titoli patinati, ma scoperte d'autore, gioielli nascosti che finiscono poi, per diventare delle assolute rivelazioni. Tra i giganti presenti in streaming, compare sulla piattaforma del servizio pubblico un film che arriva dallo Yemen, girato con pochi mezzi e privo di divi hollywoodiani. Un'urgenza narrativa che buca lo schermo e lo rende essenziale. La sposa bambina, firmato dalla regista Khadija Al-Salami, continua a scalare la classifica di RaiPlay con una forza degna di nota. Una storia che non concede fiato e che ribalta ogni aspettativa.
Nojoom è una bimba di appena dieci anni, che la famiglia spinge a un matrimonio con un uomo di trent'anni. La regista non ci prova neanche a smussare degli angoli troppo spigolosi e non addolcisce nulla: non cerca scorciatoie emotive. Mostra l'ambiente, le pressioni e gli adulti che difendono l'indifendibile. Ogni scena racconta un mondo che è fatto di regole antiche e crudeli, dove i corpo di una bambina diventa merce di scambio, soluzione economica e uno strumento di sopravvivenza familiare.
La sposa bambina domina RaiPlay: perché guardarlo è assolutamente necessario
Nojoom entra nella nuova casa con la timidezza di chi non ha ancora compreso fino in fondo la trappola che la rapirà. L'uomo che dovrebbe proteggerla viola immediatamente ogni promessa fatta ai genitori. La suocera la controlla e la isola, manipolandola all'ennesima potenza. Il villaggio normalizza la violenza: per loro è tradizione. Ma Al-Salami non trasforma Nojoom in una vittima muta. Le concede tempo e la possibilità di parlare: un cuore che insiste per farsi sentire anche quando tutto attorno pretende il silenzio. Proprio in quella frattura che esplode il film. La bimba scappa, attraversa chilometri e raggiunge il tribunale di Sana'a. Qui guarda in faccia i giudici chiedendo una cosa che nessuno della sua età dovrebbe nemmeno immaginare: il divorzio. La sua voce diventa un terremoto e chiede solo una cosa: giustizia.

Il ritmo incalza grazie allo sguardo della regista, che conosce bene il sistema che racconta e lo smonta senza retorica. Khadija Al-Salami, prima donna yemenita a firmare un film destinato al mercato internazionale, costruisce un'opera calibrata, asciutta, potente. Non cerca abbellimenti e non veste la storia con artifici estetici. Ogni scena serve e ogni inquadratura pesa. La scelta di lavorare con attori non professionisti, tra cui la giovane interprete di Nojoom, dona una verità difficile da trovare anche in produzioni più robuste. RaiPlay negli ultimi giorni registra un nuovo picco per La sposa bambina. Non è solo un film, ma un documento vivo. È la versione cinematografica di I am Nujood, age 10 and divorced, il memoir scritto da Nojoud Ali insieme alla giornalista Delphine Minoui. La vicenda ha fatto il giro del mondo e oggi torna al centro dell'attenzione grazie a un titolo che, pur essendo 'piccolo', riesce a fare quello che spesso il cinema più patinato dimentica: spostare lo sguardo di chi guarda.
