Ieri sera in onda l’ultima puntata de Il Commissario Ricciardi 3. La fiction Rai con protagonista Lino Guanciale è riuscita a conquistare davvero tutti. Le quattro serate ad essa dedicate sono letteralmente volate – complice il doppio appuntamento della scorsa settimana. A piacere di questa serie tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni è la storia affascinante e cupa al tempo stesso. Eppure interessante è anche l’affiatamento del cast che comprende – oltre al protagonista – talenti del calibro di Antonio Milo, Maria Vera Ratti, Enrico Ianniello, Serena Iansiti, Adriano Falivene e (in passato) Nunzia Schiano. Il finale, tuttavia, ha lasciato l’amaro in bocca a molti. Se tantissimi sono stati felici dell’assoluta fedeltà ai libri, c’è chi è rimasto ferito dalla brutalità delle ultime scene. Ma procediamo con ordine.
Nella puntata trasmessa ieri Ricciardi è riuscito a risolvere un caso molto personale mentre dal punto di vista privato si è goduto la gioia del matrimonio con Enrica e la gravidanza di lei. Finalmente si è visto un commissario sorridente dopo due stagioni in cui la sua maledizione l’ha sempre reso fin troppo triste. Il problema è stato però – secondo alcuni – proprio il momento finale. Enrica dà alla luce la figlia del protagonista, ma… muore di parto. L’interpretazione di Guanciale in tal senso è stata spettacolare: la sua espressione cambia nel giro di un secondo quando capisce che Modo gli sta portando la notizia più bella e quella più brutta della sua vita, insieme. Riesce, almeno, a parlare un’ultima volta con la sua amata sotto forma di ‘fantasma’. Un regalo per i fan… Eppure non tutti ne sono stati contenti.
C’è chi ha definito l’episodio di ieri “stupendo ma troppo tragico”, chi confessa di non riuscire a smettere di piangere e chi, con un filo di rabbia, si domanda se davvero fosse necessario un epilogo così duro. I commenti esplosi sui social parlano chiaro: entusiasmo e shock convivono, a tratti si scontrano, e lo spettatore di Rai1 si divide come raramente accade. Molti, ancora frastornati, scrivono che “non si aspettavano un finale così agghiacciante”. Altri chiedono a gran voce se “non si poteva cambiare”, come a sperare che la serie potesse concedersi una deviazione dai libri per risparmiare al pubblico l’ultimo colpo di scena. C’è persino chi scherza amaro: “Mi devi uno psicologo, ho pianto tutte le mie lacrime”. E un commento, più diretto degli altri, riassume l’umore di una fetta di spettatori: “Non accetterò mai questo finale”.
In mezzo a questa tempesta emotiva, resta un dato semplice e potente: Lino Guanciale, insieme a tutto il cast, ha portato sullo schermo un episodio densissimo. D’altronde, la morte di Enrica – al di là della fedeltà al romanzo – è una scelta narrativa coerente con la poetica sia dell’autore che ha creato Ricciardi che con il personaggio stesso. Per altri un dolore gratuito, evitabile, perfino “sbagliato”. Una spettatrice scrive: “Che brutto finale”, mentre un’altra sbotta: “Dopo tre stagioni per aspettare, e poi la fate morire così?”.
C’è un dettaglio che ritorna: l’incredulità. La sensazione che la serie abbia chiesto un prezzo emotivo altissimo proprio quando sembrava offrire consolazione. È un meccanismo raro nelle fiction di Rai1, abituate a dosare malinconia e speranza con maggiore equilibrio e – quasi sempre – al lieto fine. In ogni caso, il futuro è ancora aperto. La quarta stagione – ad oggi – non è ufficiale, ma diversi indizi lasciati dal cast durante l’Italian Global Series Festival, lasciano intendere che la storia è stata pensata per continuare, dato che di materiale cui attingere ce n’è parecchio.
Anche gli ascolti solidi di questa stagione rendono molto probabile un rinnovo. Ma è evidente che lo shock del finale avrà un peso nel dibattito interno. Si mette male per Rai1? La scelta di aderire al romanzo può aver conquistato i lettori più fedeli, ma rischia di aver allontanato parte di chi vive la fiction come rifugio emotivo. Vale la pensa, dunque continuare? Non resta che attendere l’eventuale ufficialità di un nuovo capitolo per scoprirlo.
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