Un piccolo, ma gigantesco film su RaiPlay che dura solo un’ora: dopo però, farai fatica a dimenticarlo.
Un’opera che non urla con chissà quale clamore, ma colpisce in silenzio, sussurrando. Pane e olio, mediometraggio del 2008 diretto da Giampaolo Sodano, è disponibile gratis su RaiPlay. Appartiene a una categoria preziosa, che non fa rumore, ma resta dentro e non ti lascia più. Un titolo che sembra essere pensato per chi apprezza ancora la dolcezza, che non è sinonimo di debolezza. Testimonia anche come la tradizione, se tramandata nel modo giusto, è un vero e proprio balsamo per l’anima.
Siamo in un’epoca dove il cinema corre, alla ricerca di effetti speciali che spesso, ci fanno perdere di vista il vero messaggio e l’essenza di un lavoro. Pane e olio è un’opera coraggiosa, che rallenta invece. Parla del ritorno di Jenny Mac Call, una scrittrice irlandese che attraversa una brutta malattia, nei luoghi della sua infanzia in Italia. Questo non è un semplice pretesto narrativo, ma un gancio emotivo che attira lo spettatore, per poi non mollarlo più. La memoria profuma di frantoi, alberi e il pane caldo appena sfornato con l’olio buono. Qui la semplicità è tutto, in barba alla complessità della vita odierna. C’è dell’altro però da approfondire.
La presenza imponente e simbolica di Bud Spencer è tutto: rappresenta la morte, ma non quella spaventosa. La sua figura aggiunge un’aura mitica, quasi da parabola mediterranea. Nei panni di Laris, dolce e saggio, è la soglia che insegna a Jenny come prepararsi e abbracciare la fine della sua vita terrena. C’è poi Gabriele, interpretato da Tullio Solenghi, che ricorda allo spettatore quanto l’amore vero, non abbia bisogno di chiasso. Il punto centrale di questo film sono le radici, che molto spesso dimentichiamo adattandoci alla vita da adulti, alle cose effimere e non al sapore più autentico e primordiale delle cose.
Il regista dirige con una leggerezza che non spegne, ma invita a meditare, a scavare dentro noi stessi. Non è un semplice titolo da guardare dal divano di casa, ma a tutti gli effetti ha gli elementi per diventare un rito. Ci invita ad ascoltare quello che da tempo, forse, abbiamo dimenticato. In un mondo dove tutto è rumore puro e superficialità, Pane e olio invita alla tenerezza come forma di resistenza. Non è un mediometraggio che parla allo spettatore comune, ma arriva a coloro che amano le storie dal sapore nostalgico, a chi riesce ancora a trovare gioia nelle piccole cose, a chi crede che la memoria sia un luogo sacro dove rifugiarsi. Non aspettatevi dunque chissà quali effetti speciali. Qui tutto è leggero, e appunto, estremamente necessario. Un titolo che è una gemma da proteggere su RaiPlay. Guardarlo è regalarsi un momento essenziale, come la vita a cui spesso, dovremmo ritornare.
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