Amici 25 non sta lasciando ancora il segno. A due mesi dall’inizio della trasmissione non vi sono ancora talenti particolarmente brillanti, a esclusione di pochi concorrenti su cui sarebbe impossibile reggere l’intera edizione. Così, dopo l'”autosabotaggio” di Michelle Cavallaro che ha deciso spontaneamente di abbandonare la scuola, oggi ci sono stati ben tre nuovi ingressi: quello di Elena, quello di Giorgia e soprattutto quello di Lorenzo. Se nel caso delle prime due, per il momento, non c’è bisogno di aggiungere un cognome, per Lorenzo sì. E quel cognome è Salvetti.
Lorenzo Salvetti vi dice qualcosa perché in effetti ha già partecipato a un talent televisivo ed è stato a un passo dal vincerlo arrivando in finale. Il tutto è accaduto solo pochi mesi fa – precisamente a dicembre 2024. Avete capito di quale programma stiamo parlano? Di X Factor! Proprio lui lo scorso anno è entrato nello show Sky conquistando i giudici, ma soprattutto colui che è poi diventato il suo orgoglioso coach, Achille Lauro. La crescita di Lorenzo nel programma è stata ‘spaventosa’. Da bambino è diventato adulto. Ma a qualunque età è sempre stato in grado di emozionare chiunque. Ora torna ad Amici dove ci sono persone che non hanno mai studiato canto, né affrontato palchi importanti. Siamo proprio sicuri che sia ‘equo’?
Ci sono tre ragioni per cui Lorenzo Salvetti non avrebbe dovuto essere ad Amici 25. E no, non c’entra solo la notorietà e il fatto che abbia già una pagina su Wikipedia!
Lorenzo ha vissuto l’apice mediatico un anno fa. Le luci della finale, il palco all’aperto, l’energia di una città in festa. Una narrativa forte, costruita sul talento del “cantautore melodico”, soprannominato da molti young Cocciante dopo la sua intensa interpretazione di Margherita. Entrare oggi in Amici non è un passo laterale. È un salto all’indietro. Almeno in termini di percezione. Passare da “finalista già lanciato” a “nuovo allievo” nel giro di dodici mesi comunica instabilità, fragilità e incertezza.
Nel mondo dei talent l’immagine è metà del lavoro. E l’immagine di Lorenzo rischia di trasformarsi da promessa pronta al debutto discografico a ragazzo che deve ancora guadarsi ogni centimetro di palco. È come se il primo lancio non fosse bastato. Come se – agli occhi del pubblico – quel percorso si fosse incrinato e lui avesse bisogno di un altro inizio. Un altro banco. Un’altra “chance”, quando non avrebbe dovuto averne bisogno. Un finalista che torna in casella uno. È questo il paradosso che pesa di più.
Lorenzo arriva ad Amici con un immaginario già formato. Ha un repertorio, un’estetica, un soprannome. Il pubblico generalista lo identifica ancora come volto di X Factor. Le sue esibizioni circolano, i commenti sono recenti, la memoria del percorso è ancora viva. Il problema? Un anno non basta a “ricostruire da zero” una credibilità artistica. Il pubblico potrebbe iniziare a percepire Lorenzo non come un cantautore in sviluppo, ma come un ragazzo che attraversa talent in serie. Un professionista della gara. Un artista senza radici, sempre in cerca del “format giusto”. E poi c’è la questione dei brand. X Factor e Amici non dialogano mai. Sono mondi opposti, tonalità narrative agli antipodi, linguaggi diversi. L’uno punta sul live, l’altro sulla quotidianità. L’uno sulla ricerca, l’altro sulla trasformazione. Inserire una figura “ibrida” in questo contesto crea un effetto straniante: a chi appartiene davvero Lorenzo? A Sky o a Mediaset? All’universo indie o alla disciplina pop della scuola di De Filippi?
Il punto più fragile non riguarda Lorenzo in sé. Riguarda il sistema. Se un finalista di un talent nazionale sente il bisogno di iscriversi a un altro talent un anno dopo, significa che qualcosa si è rotto. La visibilità di X Factor, per lui, non si è trasformata in un reale percorso discografico. È una decisione comprensibile per un ragazzo giovane. Ma è anche un messaggio inquietante per chi lavora nella musica. Comunica che i talent non bastano più a costruire una carriera. Che un finalista non è più “pronto”, ma semplicemente “visibile per un attimo”. Così il suo ingresso ad Amici non viene letto come ambizione. Ma come urgenza. Come un tentativo di aggrapparsi a un secondo salvagente perché il primo non ha funzionato. Questo ridimensiona tutto il percorso precedente, fino a renderlo quasi un dettaglio.
Il caso di Lorenzo Salvetti resta affascinante, complesso, ma non unico (si pensi a Gaia o Enrico Nigiotti, gli altri due esempi più pertinenti perché sono riusciti ad avanzare tanto in entrambi i programmi di cui si sta discorrendo). Per ora è un innesto che divide, che confonde e che apre una discussione più ampia: cosa significa davvero “lanciare” un artista oggi? E quanti inizi può sopportare una carriera fragile? La scuola di Amici si è presa un rischio enorme. Ma per Lorenzo, il rischio più grande è un altro: diventare un talento che il pubblico continua a conoscere, ma che non riesce mai a ricordare davvero. Per fortuna, dalla sua parte, ha una voce che lascia il segno e fa emozionare anche i più duri.
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