Le fiction Rai spaziano dal mondo poliziesco a quello fantascientifico, ma non mancano adattamenti di grandi classici. È proprio qui che si inserisce una delle serie più sottovalutate realizzate dalla televisione di Stato con la regia di Ambrogio Lo Giudice, disponibile su RaiPlay e con un Giorgio Pasotti mai visto, ovvero David Copperfield. Si tratta di un prodotto audiovisivo capace di riportarci dentro il mondo di Charles Dickens come se fosse stato scritto per il presente. Ma vediamo di cosa parla e perché vale la pena buttare un occhio.
Oltre al protagonista, il cast è ricchissimo: Maya Sansa nel ruolo di Agnes Wickfield, Gianmarco Tognazzi nelle vesti di Uriah Heep, Stefano Dionisi come Edward Murdstone, Chiara Conti nel ruolo di Clara, Patrizio Roversi come Mr. Micawber, ed entrambe le sorelle Murdstone interpretate da Edita Frantesova e Jitka Sedlackova. Completano il quadro Larissa Volpentesta nel ruolo di Emily e Lenka Termerová nei panni della zia Betsy. Una produzione del 2009, sì. Ma ancora capace di scuotere emozioni fresche.
La vicenda segue David fin dall’infanzia. Un bambino che perde il padre troppo presto e vede la madre in un matrimonio sempre più triste con Edward Murdstone. Una vita che comincia dal dolore e lo costringe, subito, a crescere. Dopo anni di umiliazioni e punizioni, David fugge e va a Londra. Scopre la fatica del lavoro, ma fa anche degli incontri che cambiano tutto: da Peggotty a Mr. Micawber, passando per Agnes.
E Giorgio Pasotti interpreta David con un’energia trattenuta, quasi febbrile. Le riprese hanno coinvolto location suggestive, curate con attenzione per l’estetica vittoriana. Eppure, ciò che colpisce di più è l’anima del film. “David Copperfield” non punta all’effetto shock o ai colpi di scena. Non usa scorciatoie emotive. Racconta, semplicemente, la vita. Quest’ultima è sempre piena di incertezza. Non è solo bianca o nera, ma ricca di ‘grigi’.
La miniserie, all’epoca della messa in onda su Rai 1, fu lodata per la qualità della produzione e la fedeltà agli snodi narrativi centrali. Oggi, riguardarla su RaiPlay significa riscoprire una fiction solida, elegante, empatica e spesso sottovalutata perché meno nota rispetto a più celebri titoloni. Qui c’è una storia che parla di perdita, ma anche di rinascita, crudeltà e gentilezza.
E di amore. Quello che David trova, finalmente, accanto ad Agnes. Un amore silenzioso, stabile e necessario. Non di quelli urlati e devastanti, ma non per questo meno forte. Un approdo che chiude il cerchio e dà un senso a tutto il dolore precedente. Probabilmente è per questo che questa fiction torna a colpire così forte. Perché racconta una verità semplice: a volte i bei momenti arrivano dopo periodi angoscianti. Ma arrivano. E quando questo succede, si ritorna in pace col mondo.
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