Esistono dei progetti per cui anche l’attore più pagato del mondo potrebbe agire gratuitamente, cause giuste che smuovono il modo di pensare di colui che dovrebbe lavorare a quella pellicola: è ciò che è successo a Sean Penn per quanto riguarda il suo nuovo film. L’attore ha deciso di girarlo per un cachet non milionario come si potrebbe pensare. Quanto ha guadagnato? Solo 1 dollaro! Ma perché ha deciso di optare per una scelta del genere considerando tutto il tempo e la fatica dietro un prodotto audiovisivo? Procediamo con ordine.
Bisogna dare un po’ di contesto. Il film cui Sean Penn ha deciso di prendere parte per solo 1 dollaro di ricompensa è ucraino e si intitola: La guerra attraverso gli occhi degli animali. Il motivo per cui ha deciso di parteciparvi è il desiderio di sostenere la nazione, sfinita dalla guerra. E l’ha fatto con questo gesto plateale che davvero è quasi un unicum nella storia del cinema. In effetti, Oleh Kokhan, a capo della produzione della pellicola, nel corso di un’intervista ha spiegato che l’attore hollywoodiano ha percepito 1 dollaro solo perché da contratto con la Screen Actors Guild americana non può farlo gratuitamente. Può comunque stabilire lui il proprio compenso e per questo ha deciso di tenerlo così basso. Un’azione simbolica che dice tutto di Sean Penn come uomo e com attore. Ma che ruolo interpreta nella pellicola e di cosa tratta quest’ultima? È presto detto.
La guerra attraverso gli occhi degli animali è un film antologico composto da sette episodi. Ogni storia nasce da un fatto reale, ma il racconto mette al centro un animale salvato dal conflitto. Dentro una di queste storie, L’aquila, firmata dal regista Myroslav Slaboshpytskyi, compare proprio lui: Sean Penn. L’attore interpreta un tecnico del suono che diventa testimone involontario dell’inizio dell’invasione russa. La première mondiale del film si è tenuta al Tribeca Film Festival di New York. L’anteprima nazionale è arrivata invece all’Odesa Film Festival, lo scorso 4 ottobre, nel giorno dedicato alla celebrazione mondiale degli animali.
Sean Penn non è arrivato a questo film per caso. La sua relazione con l’Ucraina è passata da anni di impegno umano e artistico, da incontri, da viaggi e da un documentario diventato chiave per comprendere un tempo storico: Superpower. Quando Penn e il co-regista Aaron Kaufman hanno iniziato il progetto, all’inizio del 2021, l’idea era quella di raccontare il percorso del presidente Volodymyr Zelenskyy come fenomeno politico e mediatico. Ma la storia ha cambiato direzione e l’invasione russa lo ha trasformato in un simbolo di resistenza. Superpower non è stato più un documentario d’intrattenimento, ma un documento storico. Una testimonianza della guerra, delle sue prime ore. Sean Penn era già in Ucraina quando sono cominciate le prime esplosioni. Per questo ha filmato, ascoltato e raccontato.
Non stupisce, allora, un gesto come quello del dollaro simbolico. Non è marketing o provocazione, ma solo coerenza. E poi c’è un’altra immagine da raccontare che ha fatto il giro del mondo. Nel novembre 2022, Sean Penn è andato a Kiev e ha consegnato a Zelenskyy una delle sue statuette degli Oscar con la promessa di restituirgliela quando l’Ucraina avrebbe vinto. Oggi quel legame torna al cinema, in un film che parla di animali salvati sotto le bombe.
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