Sanremo Giovani non interessa agli italiani, questo è purtroppo un dato certo: davvero il problema è Gianluca Gazzoli?
La nuova edizione di Sanremo Giovani, condotta da Gianluca Gazzoli, vede il contributo di una commissione formata da Carlo Conti, in qualità di direttore artistico, insieme a Claudio Fasulo, Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia. In ogni episodio si esibiscono sei artisti che si affrontano in tre duelli diretti, dai quali emergono solo tre vincitori destinati alla semifinale. I dodici semifinalisti dovranno poi competere per ottenere uno dei sei posti disponibili nella finale prevista per dicembre.
Molti ragazzi provengono da Amici e X Factor: il nome più interessante è certamente quello di Nicolò Filippucci, che proprio ieri sera ha passato il turno garantendosi la semifinale. La seconda puntata, in onda dopo il consueto appuntamento con Belve, è stata seguita da appena trecentomila spettatori. Un dato che scoraggia, soprattutto dopo l’edizione dello scorso anno, che si è svolta esattamente allo stesso modo, con un consenso debole e quasi totalmente assente da parte del pubblico: qual è la ragione?
Il pubblico in Italia, a distanza di secoli, non ha più interesse verso la musica: è un valore che abbiamo completamente perso. Si insegna a scuola, con il flauto dolce, e senza offendere i flautisti, non è quello il modo corretto per insegnare e trasmettere il valore della musica. La musica l’abbiamo inventata noi, con Guido D’Arezzo e il pentagramma. Una kermesse del genere che celebra la freschezza e in teoria, la nuova era di quello che sarà nei prossimi mesi e anni la musica italiana, viene vista da appena trecentomila persone: un risultato triste e deludente. L’orario ha inciso, certo, ma non è solo quello il problema. C’è chi parla di una conduzione debole e ritmi troppo lenti e monotoni, ma il punto centrale è un altro.
Abbiamo un grande ruolo nella musica, e l’Italia ha cambiato il corso della storia. La gente non ha interesse nel seguire, approfondire e studiare la musica in tutte le sue meravigliose sfaccettature. Una manifestazione del genere, dunque, in seconda serata e con volti nuovi da scoprire e ascoltare, non fa più presa. E se Gianluca Gazzoli, scelto dopo Alessandro Cattelan continua a collezionare gli stessi risultati, vuol dire che il problema è a monte. La soluzione è portare i giovani direttamente sul palco dell’Ariston, alle prese con i Big e le cinque serate sanremesi? Al momento, resta uno degli appuntamenti che gli italiani ancora seguono, si spera, da qui a tanto tempo ancora. E se quella è la chiave per indurre il pubblico ad ascoltare nuova musica, è meglio ripartire da lì allora.
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