Due anni fa un femminicidio ha scosso l’Italia intera: il caso di cronaca nera che ha visto come protagonista Giulia Cecchettin. Tante sono state le donne – prima e purtroppo dopo – morte allo stesso modo. Proprio per onorare la memoria di tutte loro, nasce oggi un progetto importante che fa capire come l’Italia non dimentica: un film. Un documento che imprime con forza e su pellicola quello che è accaduto e che non deve più accadere. Perché il cinema è anche questo: capacità di raccontare il passato per far sì che gli stessi, tremendi, errori non vengano ripetuti.
Il progetto cinematografico si intitola “Se domani non torno” e porta la firma della regista Paola Randi. Alla scrittura c’è Lisa Nur Sultan, mentre la produzione è affidata a Notorious Pictures. La storia prende ispirazione dal libro “Cara Giulia”, scritto da Gino Cecchettin insieme a Marco Franzoso e pubblicato da Rizzoli. Un testo scritto con amore e fatica, ma diretto a chiunque desideri capire a fondo tutta la storia.
Il caso al centro del film è stato tra i più discussi degli ultimi anni. La vicenda ruota attorno a una giovane studentessa universitaria, al suo futuro spezzato troppo presto e all’ex fidanzato condannato all’ergastolo, con l’aggravante della premeditazione. Una storia dolorosa, seguita passo dopo passo dall’Italia intera. Una storia rimasta simbolo della fragilità delle donne e della necessità urgente di riconoscere la violenza prima che sia troppo tardi.
Il gesto di suo padre, Gino Cecchettin, ha rappresentato un momento di svolta. La sua voce si è trasformata in un faro pubblico. Ha parlato per lei, per sé, per tutte. Ha invitato il Paese a scegliere la consapevolezza al posto dell’indifferenza. “Se domani non torno” non ricostruisce soltanto i fatti, ma cercherà di entrare a fondo nei sentimenti. Nel 2026 dovrebbero cominciare le riprese, mentre ancora non si sa nulla circa la data d’uscita o il cast (che sarà sicuramente volto all’insegna del rispetto della storia).
“Se domani non torno” si rivolge a un pubblico ampio. Riguarda le scuole, le famiglie, le istituzioni, ma anche i giovani che crescono in un tempo complesso e vogliono imparare a riconoscere i segnali pericolosi. Ed è anche per gli adulti che cercano strumenti per educare, proteggere e accompagnare. È soprattutto un film per chi ha scelto di non dimenticare. Perché la memoria è fragile e va coltivata e nutrita. E questo film, doloroso ma necessario, ci ricorda perché. Arriva in un momento storico in cui la discussione sulla violenza di genere è più accesa che mai. L’opera diretta da Paola Randi non offrirà soluzioni facili, ma dimostrerà che l’Italia non dimentica.
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