Sandokan con Can Yaman si prospetta come uno degli eventi più attesi dell’anno. Il progetto arriverà su Rai 1 il 1° dicembre e la curiosità è altissima. Così, colui che interpreterà la Tigre della Malesia sta rilasciando svariate interviste non solo per promuovere la fiction, ma anche per parlare del suo prossimo futuro. Cosa accadrà nella vita dell’attore turco dopo il prodotto audiovisivo? Forse questo non lo sa neanche lui, ma ciò non gli impedisce di sognare un ruolo completamente diverso. Scopriamo di cosa si tratta.
L’attore, intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni, ha spiegato di sentire una forte attrazione per la commedia all’italiana, citando miti come Alberto Sordi e Roberto Benigni. Secondo quanto riferito dal settimanale, Yaman avrebbe confessato che cimentarsi in quel genere sarebbe per lui un passo da fare. Avrebbe spiegato di voler cercare sempre una sfida diversa, un ruolo nuovo, un Paese nuovo. E perché no? Una lingua nuova.
Il nuovo Sandokan non è solo una serie, è un grande kolossal moderno che rispetta, pur reinventandolo in parte, il mito nato dalla penna di Emilio Salgari. Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo i due registi dietro il progetto. Per Can Yaman è stata una prova fisica (tra allenamenti, acrobazie e trasformazioni corporee) e mentale (per l’impegno profuso) durata ben 5 anni. Ha più volte spiegato di essere fiero del lavoro fatto, ma anche consapevole di quanto questo ruolo lo abbia cambiato. L’ambizione, insomma, non gli è mai mancata.
Accanto a lui, un cast di peso: Alessandro Preziosi nel ruolo di Yanez, alleato e controcanto; Ed Westwick nel ruolo carismatico e misterioso del suo nemico. L’alchimia tra i personaggi promette tensione, ironia, azione e un sottotesto politico che rende questa versione più adulta rispetto alle precedenti. Se tutto dovesse andare bene anche dal punto di vista degli ascolti tv, sembra proprio che ci sarà una seconda stagione di Sandokan, per la gioia dei fan di Yaman.
Proprio in mezzo a tutto questo clamore arrivano quelle parole su Sordi, su Benigni, sulla commedia all’italiana. Parole che aprono una finestra su ciò che Yaman vorrebbe fare dopo Sandokan. Un vero e proprio salto in un territorio completamente diverso. Se Sandokan lo porta a incarnare forza, leadership, ribellione, la commedia gli permetterebbe di esplorare ironia, vulnerabilità, tempi comici, linguaggi nuovi.
Eppure, osservando i suoi ultimi progetti, la sua evoluzione sembra sempre chiara: Yaman si muove per aperture, non per ripetizioni (se non per qualche rara eccezione). Cerca ciò che lo spaventa e che lo costringe a reinventarsi. E forse è questo il fascino del suo percorso. Un attore che non vuole diventare una statua, pur essendo fisicamente statuario. Un uomo che preferisce la strada sconosciuta alla certezza. Una carriera che, dopo Sandokan, potrebbe davvero prendere una nuova direzione, diversa certo, ma sempre intrigante.
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