Se ancora non sei andato al cinema a vedere Dracula – L’amore perduto, stasera è il momento giusto per farlo, prima che sia troppo tardi e non sia più disponibile la visione in sala (magari con la tecnologia Atmos). La pellicola è tutto meno che un horror, nonostante il mito che c’è dietro. È un’opera di rara bellezza e intensità che fa tremare il cuore. Il merito è della regia impeccabile di Luc Besson, di un cast che non sbaglia neanche uno sguardo (da Caleb Landry Jones a Christoph Waltz, passando per l’italianissima Matilda De Angelis) e di una storia in cui è fin troppo facile identificarsi.
Dracula: A Love Tale – questo il titolo originale – è il film che non ti aspetti, vicino all’amore eterno. E proprio per questo il film ha conquistato Roma, il pubblico internazionale e una generazione intera. In queste settimane, Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Zoë Bleu Sidel, Matilda De Angelis, Ewens Abid, Guillaume de Tonquédec e l’intero cast sono diventati argomento di discussione per spettatori, critici e appassionati. C’è chi parla della fotografia. Chi vede nell’opera una dichiarazione d’amore infinita. Chi, invece, ritrova echi del Dracula di Francis Ford Coppola. E tutti, anche gli scettici, riconoscono una cosa: questo film sa lasciare il segno.
Iniziamo con ciò che colpisce di più. Ci sono tre motivi, chiari e luminosi, che rendono Dracula una visione necessaria. Il primo motivo è la bellezza visiva. Il film sembra una galleria d’arte: la luce sfiora la pelle dei personaggi come se li riconoscesse, i rossi sono intensi e le ombre sembrano tessuti ricamati. Ogni scena, firmata da un’estetica gotica e romantica, richiama quadri fiamminghi e atmosfere rinascimentali. Non è un caso. Le location scelte in Transilvania sono perfette. I costumi di Jean-Christophe Magnaud elevano il tono del racconto. E la colonna sonora firmata da Danny Elfman completa un’esperienza che vibra sotto pelle.
Il secondo motivo è il punto di vista di Besson. Qui Dracula non è un mostro. È un uomo condannato dalla perdita e dall’amore che resiste oltre la morte. Il principe Vlad vive con Elisabeta un amore totale. Quando la perde, rinnega Dio. E paga il prezzo più alto: un’eternità di solitudine. La sua trasformazione non nasce dal male, ma dal dolore.
Il terzo motivo è Christoph Waltz. Non interpreta Dracula. Interpreta il prete che deve eliminarlo. Un antagonista non cattivo, ma profondo e ironico al tempo stesso. La sua presenza rende il finale non solo potente, ma profondamente umano. È lui a dare forma alla redenzione del protagonista e a cambiare il ritmo emotivo del racconto.
Dracula: A Love Tale racconta una storia d’amore più grande del tempo. Il racconto parte nel XV secolo, in Valacchia. Vlad e Elisabeta si amano con devozione. Ma il richiamo della guerra, la violenza degli Ottomani e il tradimento del destino li schiacciano. La morte di Elisabeta apre il baratro. Da quel baratro nasce Dracula. Condannato a vagare per quattro secoli, Vlad cerca la reincarnazione della sua amata. Trasforma altre donne in vampiri. Attraversa città, guerre e la Storia. Il colpo di scena arriva quando incontra Mina, interpretata da Zoë Bleu Sidel. Una somiglianza che sembra un miracolo. Una memoria che risveglia un’altra vita e un legame che supera tutto.
La presenza del prete di Christoph Waltz aggiunge un conflitto morale forte. Non c’è solo la lotta tra bene e male. C’è la lotta tra redenzione e condanna, tra amore e morte e tra eternità e perdono. Mina sceglie, Vlad sceglie, e il film porta il pubblico verso un finale devastante. La critica ha reagito in modi opposti. Alcuni recensori hanno amato l’atmosfera fiabesca del film. Altri hanno criticato i toni melodrammatici. Qualcuno ha paragonato l’opera al film di Coppola. Ma tutti, davvero tutti, hanno riconosciuto la forza visiva, la coerenza romantica e l’interpretazione di Caleb Landry Jones.
Al botteghino è stato un trionfo. Soprattutto in Italia e in Russia. In Italia – per il momento – ha superato i 3,5 milioni di euro e ha conquistato quasi mezzo milione di spettatori. La Generazione Z lo ha reso virale sui social, trasformando Dracula in un antieroe romantico vicino alla loro idea di bellezza assoluta. E allora, perché guardare questo film? Perché unisce il mito, il dolore, l’amore e la luce. In sintesi: bello. profondo. umano. Un film che non resta sullo schermo. Ti attraversa.
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