Stasera in tv Man of Tai Chi, uno di quei film che non gridano, non inseguono la gloria e non cercano premi. Eppure, quando questa pellicola uscì nel 2013, lasciò un segno inatteso. Oggi torna su Canale 20 e riporta al centro una figura sorprendente: Keanu Reeves, qui non solo attore, ma regista e antagonista. Una combinazione che ancora oggi incuriosisce, divide, conquista. È un film che scivola dentro lentamente. Non per la trama, che segue un ritmo teso e fisico. Ma per il modo in cui racconta la lotta tra luce e ombra. Tra spiritualità e ambizione. Tra l’innocenza di un giovane praticante di arti marziali e il mondo corrotto che tenta di plasmarlo.
La storia di Tiger Chen Lin-Hu, interpretato da Tiger Hu Chen, nasce nella quiete di un tempio. Cresce nel marmo delle palestre clandestine. Esplode sul palco dei combattimenti illegali orchestrati da Donaka Mark, il villain interpretato da Reeves. Accanto a loro si muovono altre figure che danno corpo a un affresco più grande: Karen Mok nei panni dell’ispettrice Sun Jing Si, Hai Yu come Maestro Yang, Qing Ye come Ching Sha. E poi volti amati dagli appassionati di arti marziali come Iko Uwais, Jeremy Marinas e Simon Yam. Quel mondo prende vita tra Pechino, Hong Kong e la Cina continentale. Un’Asia che non appare mai come sfondo esotico, ma come luogo vivo. Dove il Tai Chi non è solo disciplina fisica, ma filosofia. Respiro. Forza interiore. Caduta e rinascita.
Reeves, al suo debutto dietro la macchina da presa, costruisce ogni scena con un’attenzione quasi ossessiva. Rifiuta l’effetto spettacolare, limita gli artifici, abbraccia una coreografia pulita e diretta. E lascia che i colpi raccontino la verità dei personaggi. È una sfida che oggi, nel cinema d’azione, appare ancora più evidente: il realismo prima della pirotecnica.
La storia di Tiger funziona perché parla di noi. Del momento in cui accetti il compromesso “per necessità”, del momento in cui scopri il potere. E del momento in cui rischi di perderti. Donaka Mark lo vede, lo studia, lo tenta. Gli offre denaro, visibilità, affermazione. Ma gli chiede in cambio qualcosa di più caro: la sua identità.
Il film non vinse grandi premi. Non conquistò festival e non infiammò il botteghino. Con un budget tra i 25 e i 32 milioni, incassò poco più di 5 milioni nel mondo. Ma non fu un fallimento: fu un esperimento. Un ponte tra Hollywood e il mercato cinese e u gesto che anticipò di anni le co-produzioni tra i due mondi. Soprattutto, fu un tassello importante nella carriera di Reeves. Qui l’attore abbandonò la sua leggenda luminosa, costruita con saghe come Matrix, e accettò di diventare ombra. Quando il pubblico vide Donaka Mark, vide un Keanu diverso. Più feroce, manipolatore e pericoloso.
Paradossalmente, proprio questa interpretazione alimentò la sua rinascita nel cinema d’azione. Aprì nuove collaborazioni con stunt team e coreografi asiatici. E creò un terreno fertile per quello che, poco tempo dopo, sarebbe diventato un fenomeno globale: John Wick. In molti, oggi, riconoscono in Man of Tai Chi una tappa invisibile ma fondamentale di quel percorso. Il film divenne anche uno specchio per gli appassionati di arti marziali. Non tanto per la spettacolarità, quanto per il rispetto verso la disciplina. Il Tai Chi non viene mai ridotto a pose poetiche. Diventa strumento di resistenza. E infine di ribellione. Tiger non lotta solo contro i suoi avversari. Lotta contro la versione peggiore di sé.
La domanda che il film lascia allo spettatore è semplice, ma tagliente: quanto di noi è disposto a piegarsi pur di ottenere ciò che desidera? E quando smettiamo di riconoscerci? Stasera in tv , rivedere Man of Tai Chi, significa tornare a quel punto. A quella linea sottile tra ambizione e precipizio. Significa guardare un giovane lottare per il suo tempio, la sua storia, il suo nome e significa scoprire un Keanu Reeves diverso, oscuro, calcolatore. Un Keanu che pochi ricordavano, ma che trasformò la sua carriera. Forse è questo che rende il film così particolare. Non è solo un action. È un viaggio morale, una caduta, una rinascita e una domanda aperta. E stasera in tv, su Canale 20, vale la pena tornarci.
Stasera su RaiPlay potreste lasciarvi travolgere dalla magia di Eduardo De Filippo. Infatti, Maria Vera…
Netflix propone ogni giorno migliaia di contenuti ai suoi utenti. Tra film e serie tv,…
Aurora Ramazzotti e i consigli per far crescere una pianta di avocado in casa: ecco…
Il Paradiso delle Signore è uno dei prodotti più amati della Rai. Nato come fiction…
Uno dei film più amati e osannati di Ridley Scott, risorge oggi per una giustissima…
Tra le migliori serie turche del momento, accanto a La notte nel cuore, La forza…