È ufficiale: a Catania sono iniziate le riprese di L’insabbiato, il film d’esordio alla regia di Rosario Petìx con Ester Pantano che mette al centro la memoria e la difende. Con coraggio, con rispetto e con una promessa: riportare alla luce una verità rimasta sepolta.
Ester Pantano, amata per il ruolo di Suleima in Màkari, guida un cast ricco e orgogliosamente siciliano. Accanto a lei ci sono Vittorio Magazzù, Manuela Ventura, David Coco, Filippo Luna, Giovanni Carta, Marilù Pipitone, Domenico Ciaramitaro. E due presenze potenti: Vincenzo Pirrotta e Marcello Mazzarella. La direzione della fotografia è affidata a Giuseppe Riccobene (CCS). La luce diventa strumento di verità. La Sicilia diventa linguaggio.
Il film è tratto dal libro d’inchiesta Gli Insabbiati di Luciano Mirone. Una fonte autorevole. Una traccia precisa. Un atto di responsabilità civile. L’insabbiato è prodotto da Cinemaset srl e Sileo Productions con il contributo della Sicilia Film Commission, dell’Assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana e della Città Metropolitana di Catania (Le Ciminiere). Con il patrocinio del Comune di Catania. La filiera culturale si muove all’unisono. E sostiene una storia necessaria.
Siamo nel 1989. Un giovane giornalista decide di indagare sui colleghi uccisi dalla mafia. Scava tra archivi dimenticati. Ascolta voci spezzate. Ricompone pezzi di verità. Arriva fino al primo caso irrisolto: Cosimo Cristina. Il suo nome è un monito. È una ferita aperta. È uno dei casi di insabbiamento più scandalosi del dopoguerra. Il film riapre il fascicolo della memoria. E chiede giustizia.
Ester Pantano porta in scena una Sicilia diversa. Dimenticatela in Màkari. Qui affronta il lato scabroso delle storie, vibra di indignazione e tenerezza e guarda la paura negli occhi. Rosario Petìx firma un esordio che pensa come un’inchiesta. La materia è storica. L’emozione è contemporanea. Catania diventa set e coscienza. Le Ciminiere tornano simbolo. La città partecipa. Le strade raccontano.
L’insabbiato vive nella tradizione del cinema d’impegno italiano. L’eco arriva da I cento passi, da Il traditore, da La mafia uccide solo d’estate. Qui però la prospettiva è diversa. Il centro è il lavoro oscuro del giornalismo. La fatica della verifica. L’ostinazione nel dubbio. Il costo umano della verità. Il progetto nasce con una rete di sostegno istituzionale. Conta. Perché legittima la ricerca. E permette di girare nei luoghi giusti. Con tempi corretti e con rispetto delle comunità. Sicilia Film Commission e Regione Siciliana spingono la filiera audiovisiva. La Città Metropolitana di Catania apre spazi e memoria. Il Comune tutela e accompagna. L’opera respira con la sua terra.
Perché vederlo quando uscirà? Perché l’Italia ha bisogno di ricordare e perché i nomi come Cosimo Cristina non possono restare ai margini. Ogni verità sepolta riguarda tutti. Il cinema serve anche a questo. A restituire dignità, a rimettere in fila i fatti e a cambiare lo sguardo. L’insabbiato promette esattamente questo: una ferita che parla. E una Sicilia che rinasce.
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