Ci sono film che, al momento dell’uscita, non trovano il pubblico che meritano: The Island, diretto da Michael Bay nel 2005, è uno di questi e stasera, mercoledì 12 novembre, alle 23:43 su Italia 1, torna in seconda serata. È uno dei titoli più sottovalutati della fantascienza moderna. Un film che oggi, vent’anni dopo, appare sorprendentemente attuale: un racconto di libertà, identità e ribellione che scava sotto la superficie del puro intrattenimento.
Nel 2019, dopo una catastrofe globale, un gruppo di persone vive in una struttura ipertecnologica e perfettamente controllata. Tutti credono che la Terra sia contaminata e che l’unico luogo puro sia una misteriosa “Isola”, raggiungibile solo vincendo una lotteria. Ma Lincoln Six Echo, interpretato da Ewan McGregor, inizia a sospettare che qualcosa non torni. Accanto a lui c’è Jordan Two Delta, il personaggio di Scarlett Johansson, curiosa e ribelle quanto basta per seguirlo nella fuga.
La verità è agghiacciante: gli abitanti della struttura non sono sopravvissuti, ma cloni creati per fornire organi ai loro “originali” ricchi. L’“isola” non esiste. È solo la promessa di una morte silenziosa. Lincoln e Jordan decidono di fuggire, affrontando un mondo che non sapevano nemmeno esistere. La loro corsa diventa un viaggio di riscoperta dell’umanità stessa. Dietro l’azione spettacolare e gli inseguimenti mozzafiato, The Island nasconde una riflessione profonda: chi siamo, se tutto ciò che crediamo è stato deciso da qualcun altro? In questo senso, il film è una moderna allegoria sul controllo sociale e la perdita di libertà nell’epoca della tecnologia totalizzante.
Il cast è di quelli che non si dimenticano: oltre a McGregor e Johansson, troviamo Sean Bean nei panni del glaciale dottor Merrick, Steve Buscemi come spalla ironica e lucida, e Djimon Hounsou nel ruolo dell’implacabile cacciatore Albert Laurent. Tutti contribuiscono a costruire un mondo credibile, sospeso tra realtà e laboratorio. La regia di Michael Bay, spesso associata ai blockbuster esplosivi, qui sorprende per equilibrio e intensità. Le sue immagini futuristiche, girate tra Los Angeles e set iperrealistici, sono sostenute dalla fotografia di Mauro Fiore e dalla colonna sonora evocativa di Steve Jablonsky. È uno spettacolo visivo che non invecchia, e anzi, oggi appare quasi profetico.
Alla sua uscita, The Island fu un mezzo flop al botteghino americano. Eppure ottenne nomination ai Saturn Awards e ai Golden Reel Awards, vincendo il Hollywood Film Award per il miglior trucco. Tra le curiosità, fu la prima collaborazione tra Michael Bay e la DreamWorks di Steven Spielberg, che rimase colpito dalla forza visiva del progetto. Molti critici lo hanno poi rivalutato, definendolo “il film più intelligente di Bay” e un ponte ideale tra il cyberpunk anni ’90 e la fantascienza etica dei Duemila. Il tema dei cloni e della manipolazione della vita ha influenzato opere successive come Never Let Me Go e Oblivion.
1. Azione spettacolare e visione immersiva. Gli inseguimenti, le fughe e gli scontri sono girati con una potenza che ancora oggi lascia a bocca aperta. Bay dimostra di saper fondere ritmo e tensione con una regia che non concede tregua.
2. Temi attuali e universali. Dietro la superficie futuristica, il film parla di noi: del bisogno di libertà, di identità e di verità in un mondo che ci controlla. Ogni dettaglio, ogni inquadratura, racconta una lotta per la consapevolezza.
3. Due protagonisti perfetti. McGregor e Johansson regalano interpretazioni magnetiche, capaci di trasformare un racconto di fantascienza in una storia di risveglio umano. La loro chimica rende autentica ogni emozione, ogni sguardo, ogni gesto.
Rivisto oggi, The Island appare come un film in anticipo sui tempi. Le sue domande sulla bioetica, sull’intelligenza artificiale e sul valore della vita risuonano più che mai. È il classico caso di pellicola snobbata al momento giusto e capita troppo tardi, destinata però a durare. Guardarlo stasera non è solo recuperare un film. È riscoprire una visione: quella di un cinema capace di unire spettacolo e riflessione, cuore e tecnologia. Difficile restare indifferenti, davvero.
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