Stasera in tv su Rete 4 (00:58, prima tv) arriva L’immensità, il film diretto da Emanuele Crialese che ha commosso la Mostra del Cinema di Venezia e conquistato la critica internazionale. Un’opera che parla di famiglia, identità e amore con una dolcezza quasi sospesa, in grado di emozionare anche chi si crede immune alle lacrime.
Girato con la fotografia calda e vibrante di Gergely Pohárnok, il film restituisce tutta la potenza visiva del cinema d’autore italiano contemporaneo. A guidarlo, una protagonista che illumina ogni scena: Penélope Cruz, in una delle sue interpretazioni più toccanti e fragili. Al suo fianco Vincenzo Amato, Luana Giuliani, Patrizio Francioni e María Chiara Goretti. Non è solo un film da vedere. È un film da sentire. Ogni fotogramma di L’immensità è una carezza e una ferita, un ricordo e un abbraccio. Crialese intreccia la sua storia personale con un racconto universale sulla libertà di essere se stessi, e sul coraggio di una madre che non smette mai di amare.
Siamo nella Roma degli anni Settanta. Clara, una madre spagnola piena di energia e malinconia, vive un matrimonio che si sfalda giorno dopo giorno. Il marito, Felice, la tiene prigioniera di un amore ormai spento, mentre lei riversa tutto il suo affetto sui figli. Soprattutto sulla maggiore, Adriana. Adriana non si riconosce nel proprio corpo. Si fa chiamare Andrea e si presenta al mondo come un ragazzo. È una scelta che sconvolge gli equilibri familiari, ma che apre anche un varco di verità e dolcezza. Tra le strade polverose della periferia romana, madre e figlia costruiscono un rifugio fatto di gesti, musica e silenzi. Penélope Cruz trasforma Clara in una figura luminosa e tragica allo stesso tempo. Ogni suo sguardo è un mondo, ogni sorriso è un addio. È un personaggio che vive sul confine tra realtà e sogno, proprio come il film di Crialese.
La giovane Luana Giuliani, scelta dopo un lungo casting a Pomezia, porta sullo schermo una sensibilità rara. Non è un volto costruito dal cinema, ma un’anima vera, capace di restituire l’innocenza e la rabbia dell’adolescenza con autenticità disarmante. Il titolo, L’immensità, richiama la celebre canzone di Don Backy, e diventa metafora del desiderio di libertà, del bisogno di attraversare i confini per ritrovarsi. È il simbolo di un amore che supera tutto: i giudizi, le convenzioni, le paure.
Presentato in concorso per il Leone d’Oro e il Queer Lion, il film ha incantato la giuria e gli spettatori della Mostra del Cinema di Venezia. Penélope Cruz ha ricevuto una candidatura alla Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile, mentre il film ha ottenuto tre nomination ai David di Donatello 2023 (miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura originale, miglior acconciatura). Pur non avendo dominato il botteghino, L’immensità ha segnato un punto di svolta nel cinema italiano. Ha aperto la strada a storie più intime e coraggiose, dove la diversità e la fragilità diventano linguaggi universali.
L’immensità è un film che attraversa il cuore come un sogno. Non cerca di spiegare, ma di far sentire. Ogni scena vibra di una bellezza malinconica, e ogni gesto di Clara parla di tutte le madri che resistono per amore. È un film che parla a chi si è sentito diverso, smarrito, invisibile. E lo fa con una delicatezza che oggi raramente si trova sul grande schermo. Per questo, commuove anche i più duri. Stasera in tv, su Rete 4, lasciatevi abbracciare da L’immensità. Non è solo una storia da guardare, è un sentimento da vivere.
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