Màkari, il futuro della fiction Rai è appeso a un filo: perché è il momento di dire basta

Perché una quinta stagione di Màkari sarebbe un rischio che la Rai non può permettersi.

Il finale della quarta stagione di Màkari ha lasciato tutti con un misto di curiosità e perplessità. Saverio Lamanna ha scoperto che Arianna non è sua figlia biologica, ma ha deciso di restarle accanto come figura paterna. Sul piano sentimentale, il suo cuore ha oscillato fino all’ultimo tra Suleima e Michela, scegliendo infine quest’ultima in un bacio che ha chiuso la stagione e, forse, l’intera serie. Eppure, dietro questa chiusura apparentemente aperta, si nasconde un dubbio che a Viale Mazzini non possono ignorare: una quinta stagione di Makari rischierebbe di trasformarsi in un azzardo produttivo più che in una rinascita creativa.

Il fascino di Màkari si è sempre basato su un equilibrio perfetto: la bellezza della Sicilia, i misteri da risolvere e il sarcasmo irresistibile del suo protagonista. Nella quarta stagione, però, questo equilibrio si è incrinato. I casi gialli hanno perso mordente, mentre le vicende sentimentali di Saverio Lamanna sono diventate prevedibili, ripetendo meccanismi già visti. Il triangolo con Suleima e Michela ha catturato l’attenzione del pubblico solo in parte, ma molti spettatori hanno percepito una certa stanchezza narrativa. Non è un caso se sui social, nelle settimane della messa in onda, in tanti hanno commentato che “Lamanna non sa più sorprendere”.

Un calo lento ma costante per Màkari: i punti critici

Sebbene Màkari 4 abbia mantenuto una media di 2,8 milioni di telespettatori con il 17,4% di share, si tratta di un dato ben lontano dai picchi di oltre 4 milioni registrati nelle prime stagioni. Un segnale chiaro: il pubblico ama ancora il mondo creato da Gaetano Savatteri, ma non lo segue più con la stessa passione. Il rischio, per la Rai, è di trovarsi davanti a un effetto “stanchezza”: una quinta stagione che, pur difendendo gli ascolti minimi, potrebbe costare molto in termini di budget e restituire poco in termini di impatto. E in un periodo in cui la fiction pubblica sta puntando su nuovi titoli di grande richiamo, come Don Matteo, Blanca e Le indagini di Lolita Lobosco, riproporre un format in calo potrebbe trasformarsi in un boomerang. Il pubblico televisivo ama i personaggi che evolvono. Ma Saverio Lamanna, con la sua ironia e i suoi dubbi esistenziali, è rimasto lo stesso di sempre. Quella che inizialmente era una forza narrativa, l’uomo disilluso ma brillante oggi rischia di diventare un limite.

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Una scena dall’ultima puntata di Màkari su Rete 4

Dopo quattro stagioni, la sua immaturità affettiva e professionale non sorprende più. I conflitti interiori, un tempo empatici, sembrano ripetersi senza offrire nuove sfumature. Perfino Piccionello, il fidato assistente, appare intrappolato in gag che ormai non fanno più centro. Senza un’evoluzione autentica dei protagonisti, una quinta stagione finirebbe per sembrare un déjà vu, più che un nuovo capitolo. L’introduzione del personaggio di Arianna doveva rappresentare la svolta emotiva di questa stagione. Ma la scoperta che non fosse figlia di Saverio è arrivata come un colpo di scena annunciato, privo della forza necessaria per ribaltare la storia. Anche le indagini gialle, un tempo il cuore pulsante della serie, si sono trasformate in contorni prevedibili di un racconto troppo focalizzato sul privato del protagonista. In queste condizioni, una nuova stagione rischierebbe di poggiare su basi fragili, con intrecci riciclati e un pubblico sempre più disincantato.

Perché la Rai dovrebbe fermarsi ora

Portare avanti Màkari significherebbe investire su un titolo che ha già espresso il meglio di sé. Continuare potrebbe compromettere il ricordo positivo che il pubblico ha della serie. Meglio chiudere in bellezza, con un finale poetico e coerente, piuttosto che trascinare una storia che non ha più molto da dire. La Rai ha tutto da perdere e poco da guadagnare: un flop sarebbe più dannoso dell’assenza di un nuovo capitolo.

La quarta stagione ha chiuso tutti i cerchi necessari, lasciando soltanto brevi spiragli. Ma trasformare quegli spiragli in una quinta stagione significherebbe forzare la mano a una storia già completa. E forse, il vero coraggio, per Màkari, sarebbe fermarsi proprio adesso, quando il pubblico lo ricorda ancora con affetto.

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