Dracula su Netflix: la miniserie che vibra delle stesse ombre del film di Besson.
Chi ha amato il Dracula – L’amore perduto di Luc Besson, con il suo romanticismo disperato e l’atmosfera da sogno barocco, troverà in Dracula su Netflix una miniserie capace di evocare le stesse sensazioni: fascino oscuro, malinconia, sensualità e un’estetica gotica che divora lo schermo. Creata da Mark Gatiss e Steven Moffat, già autori di Sherlock, questa versione del mito non si limita a riproporre la storia di Bram Stoker: la reinventa con intelligenza e ironia, spingendo il Conte oltre il confine del tempo e della morte. Tre episodi, tutti da novanta minuti, per un viaggio che parte nella Transilvania del 1897 e termina in una Londra contemporanea. Qui il vampiro si confronta con il mondo moderno e con le nuove forme della paura. È una struttura perfetta per chi ama le storie intense, senza trascinamenti o stagioni infinite: quattro ore e mezza bastano per entrare, restare ipnotizzati e uscirne con una domanda in testa: chi è davvero il mostro, oggi?

Nel ruolo del Conte c’è Claes Bang, magnetico e ambiguo. Il suo Dracula seduce, ironizza, distrugge e osserva gli umani come un naturalista affascinato da ciò che non può essere. Non è l’eroe romantico di Besson, ma condivide con lui lo stesso tormento: la fame che nasce dal desiderio d’amore, la paura di un’eterna solitudine. Accanto a lui, Dolly Wells interpreta una sorprendente suor Agatha Van Helsing, donna di scienza e di fede che non teme di affrontare il male guardandolo negli occhi. Tra i due nasce un duello che va oltre l’horror: è un confronto filosofico, quasi erotico, sul significato della vita e della morte.
Il fascino gotico, tra paura e bellezza in Dracula su Netflix
Come nel film di Besson, anche qui la componente visiva è centrale. Castelli labirintici, croci, specchi e sangue diventano simboli più che semplici elementi di scena. Il primo episodio è un esercizio di tensione pura, con atmosfere claustrofobiche e suggestioni lovecraftiane. Il secondo, ambientato sulla nave Demeter, ha il ritmo di un thriller. Il terzo ribalta ogni aspettativa, catapultando il Conte nel presente: una scelta audace che divide, ma che lascia il segno. La miniserie non cerca di spaventare con i soliti jump-scare: preferisce insinuarsi, sedurre, destabilizzare. E proprio qui risiede la sua forza. Dopo averla vista, resta addosso quella stessa malinconia che accompagna il Dracula di Besson: il senso di un amore eterno, condannato a ripetersi, ma anche di una bellezza che sopravvive al tempo.
Tre episodi, un’estetica potente e un ritmo che tiene incollati fino all’ultima scena: Dracula su Netflix è perfetta per chi cerca una visione breve ma intensa, capace di far riflettere e di emozionare. Non è solo una storia di vampiri. È un viaggio dentro il desiderio umano di sfidare la morte, di essere amati oltre ogni limite. E quando si spengono i titoli di coda, resta quella sensazione dolce e inquieta che solo le grandi storie gotiche sanno lasciare, come un morso, elegante e indelebile.
