Stranger Things 5, troppo rumore per caso? Tutti i segnali di una manovra perfetta di Netflix .
Negli ultimi giorni il mondo di Stranger Things sembra essere finito in un vortice di scandali, accuse e indiscrezioni che hanno acceso il web. Tutto è partito dalla notizia, rilanciata dal Daily Mail, secondo cui Millie Bobby Brown avrebbe sporto una lunga denuncia contro il collega David Harbour, storico interprete dello sceriffo Jim Hopper. Un fulmine che arriva proprio a ridosso dell’ultima stagione della serie più amata di Netflix, quella che dovrebbe chiudere definitivamente la storia di Hawkins e dei suoi protagonisti. La denuncia, secondo quanto trapelato, conterrebbe “pagine e pagine” di accuse di bullismo e comportamenti inappropriati, ma senza alcun risvolto di natura sessuale. Harbour, si dice, sarebbe stato sottoposto a un’indagine interna, il cui esito però non è stato reso pubblico.
Tutto questo proprio mentre l’attesa per la stagione finale è ai massimi livelli e la macchina promozionale della piattaforma è in pieno movimento. A rendere la situazione ancora più rumorosa ci ha pensato Lily Allen, ex moglie di Harbour, che ha appena pubblicato il suo nuovo album West End Girl. Tra le tracce spicca Madeline, una canzone dal tono velenoso che racconta i retroscena di un tradimento e che molti hanno interpretato come un chiaro riferimento all’attore. Le coincidenze temporali: un disco pieno di allusioni, le accuse della protagonista della serie e il countdown per l’uscita di Stranger Things 5, sembrano quasi orchestrate con una precisione da manuale.
E qui entra in gioco la nostra personale riflessione (che trovate approfondita nel video presente): e se tutto questo fosse un’enorme strategia di marketing? Non sarebbe la prima volta che un colosso come Netflix cavalca il clamore mediatico per catalizzare l’attenzione sul proprio titolo di punta. L’assenza di conferme ufficiali da parte dei diretti interessati, il silenzio assoluto del cast e l’impossibilità di verificare l’autenticità delle “indagini interne” lasciano aperta più di una domanda. L’uscita dell’album di Lily Allen, perfettamente sincronizzata con il ritorno sul set di Harbour e con la promozione della stagione finale, potrebbe non essere un caso. Un’operazione di cross-media ben calibrata tra musica, gossip e televisione, pensata per tenere il pubblico costantemente incollato alle pagine social di ogni protagonista. In fondo, oggi la promozione passa anche attraverso il caos controllato: più si parla di te, più la curiosità cresce.
Millie Bobby Brown, dal canto suo, è reduce da un matrimonio mediatico con Jake Bonjovi e da una serie di interviste in cui ha dichiarato di voler “voltare pagina” rispetto al personaggio di Undici. Un dettaglio che, in un contesto del genere, suona quasi come un addio annunciato, perfetto per alimentare l’attesa. Intanto, i fan si dividono: c’è chi difende Millie a spada tratta e chi sospetta che dietro questa “bomba” ci sia una regia molto più strategica che personale. Insomma, al di là dei titoli sensazionalistici, l’impressione è che tutto questo clamore non sia affatto casuale. Forse stiamo assistendo alla campagna promozionale più audace mai messa in campo da Netflix: una miscela di scandalo, nostalgia e curiosità, creata per spingere la quinta stagione di Stranger Things verso numeri record. E finché nessuno confermerà o smentirà ufficialmente, il dubbio rimarrà esattamente dove serve per mantenere alta l’attenzione.
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