Màkari 4, il calo di ascolti è un campanello d’allarme per la fiction Rai: ecco le tre falle che spiegano il crollo.
La quarta stagione di Màkari è tornata su Rai 1 il 19 ottobre 2025 con grandi aspettative, ma i numeri raccontano una storia diversa. Nonostante la serie con Claudio Gioè resti tra i prodotti più amati del palinsesto Rai, l’esordio ha registrato una flessione evidente: circa 3 milioni di spettatori e uno share del 19,6%, contro i 4 milioni e oltre del debutto della terza stagione. Una perdita di pubblico che, pur non compromettendo il successo complessivo, rappresenta un chiaro campanello d’allarme per il comparto fiction dell’azienda pubblica. Dietro questa frenata non ci sono soltanto la concorrenza o il cambio di abitudini degli spettatori.
Ci sono almeno tre motivi concreti, tre “falle” che spiegano perché Màkari 4 non ha acceso la stessa scintilla delle stagioni precedenti. Il primo errore, forse il più evidente, riguarda la promozione. Màkari è ormai un titolo consolidato, e proprio per questo sembra essere stato lasciato a se stesso. Pochi spot, pochi passaggi nei talk show, e una presenza quasi invisibile dei protagonisti nei programmi di punta della rete. Mentre altre fiction Rai, da Don Matteo a Blanca hanno beneficiato di un battage pubblicitario costante e mirato, Màkari ha avuto un lancio più discreto, quasi sottovoce. È come se il successo passato avesse fatto credere che bastasse il nome per garantire ascolti alti. Ma nel mondo della tv generalista, l’attenzione del pubblico è fugace e va continuamente rinnovata. Anche le produzioni più solide hanno bisogno di visibilità, e Màkari 4 ne ha avuta troppo poca.
RaiPlay e la nuova abitudine dello streaming: il pubblico si sposta da Màkari 4 e non solo
Il secondo fattore è legato alla distribuzione. Màkari 4 è disponibile integralmente su RaiPlay, la piattaforma on demand della Rai, già poche ore dopo la messa in onda. Un vantaggio per gli spettatori che non vogliono restare svegli fino alle 22:00 per l’inizio della prima serata, ma una mossa che inevitabilmente sottrae pubblico alla diretta televisiva. Il pubblico “tradizionale” di Rai 1 si sta assottigliando, e sempre più spettatori preferiscono guardare le puntate in streaming, quando vogliono e senza interruzioni. Il risultato? Gli ascolti lineari crollano, anche se il totale delle visualizzazioni (TV + digitale) resta alto. È un cambio di paradigma che la Rai dovrà gestire con equilibrio, perché il futuro passa dal digitale, ma i dati Auditel restano ancora il metro principale di valutazione. Il terzo, e forse più grave, punto debole riguarda la scrittura. La sottotrama di Arianna, la figlia che Saverio non sapeva di avere e che lo rifiuta per non essere stata cresciuta, è un cliché narrativo già visto decine di volte.

Un espediente drammatico che non aggiunge profondità ai personaggi, ma piuttosto appiattisce la tensione. Gli spettatori amano la serie per la sua freschezza, per il mix di giallo e ironia, per i colori e le contraddizioni della Sicilia. Questa quarta stagione, invece, sembra più cupa e prevedibile, come se mancasse quella “botta” creativa capace di sorprendere e coinvolgere davvero. Forse serviva un guizzo diverso, un nuovo mistero, un ritmo più serrato che tenesse il pubblico incollato. Màkari 4 resta una fiction di qualità, con un cast affiatato e una regia curata. Ma il calo di ascolti mostra chiaramente che qualcosa si è incrinato. Tra una promozione timida, la concorrenza interna di RaiPlay e una sceneggiatura che non osa, la serie ha perso parte del suo slancio iniziale. Resta da capire se le prossime puntate riusciranno a invertire la rotta o se questo “inciampo” sarà il segnale che il pubblico, forse, ha bisogno di qualcosa di nuovo.
