Ci sono film che non invecchiano mai, capaci di parlare al cuore con la forza della verità: “The Imitation Game” stasera in tv è un di questi. Su La7 Cinema alle 21:15, arriva il biopic che ha emozionato il mondo e riportato alla luce la storia di un uomo dimenticato: Alan Turing. Il film, diretto da Morten Tyldum e uscito nel 2014, ha conquistato pubblico e critica, incassando otto nomination agli Oscar e vincendo la statuetta per la migliore sceneggiatura non originale. Ma al di là dei premi, è una storia che lascia il segno. Un racconto di genialità, solitudine e coraggio.
La narrazione si muove su più piani temporali, intrecciando la giovinezza di Turing, gli anni della guerra e il suo tragico epilogo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Turing viene incaricato dal governo britannico di decifrare i messaggi segreti dei nazisti, generati dalla macchina Enigma. Un’impresa apparentemente impossibile, che avrebbe potuto cambiare le sorti del conflitto. Con l’aiuto della brillante Joan Clarke (interpretata da una straordinaria Keira Knightley), il matematico costruisce una macchina rivoluzionaria in grado di tradurre il linguaggio cifrato tedesco. La chiamerà “Christopher”, come l’unico amico che avesse avuto da ragazzo. E mentre i numeri si allineano e il codice cede, il film mostra l’altra battaglia di Turing: quella contro l’intolleranza di una società che lo condannerà per la sua omosessualità.
Benedict Cumberbatch regala una delle interpretazioni più intense della sua carriera. Il suo Turing è fragile e geniale, chiuso nel proprio mondo ma capace di atti di immenso eroismo. Accanto a lui, Keira Knightley dona luce e sensibilità al personaggio di Joan, la donna che ne comprende la diversità e ne difende la grandezza. Nel cast anche Matthew Goode, Mark Strong, Charles Dance e Rory Kinnear. Ogni dialogo, ogni silenzio, è costruito per far emergere il paradosso di un’epoca che sapeva celebrare i geni solo dopo averli distrutti. È cinema che scuote, senza bisogno di effetti speciali.
Il film si ispira alla biografia “Alan Turing: The Enigma” di Andrew Hodges, e sebbene romanzato in alcune parti, restituisce con forza la tragedia e la grandezza di un uomo che cambiò la storia. La macchina “Christopher” – antesignana dei moderni computer – rappresenta il punto d’incontro tra mente e cuore, tra scienza e dolore umano. Grazie al successo di “The Imitation Game”, la figura di Turing è stata finalmente riabilitata anche a livello popolare. La sua vicenda ha ispirato altri film dedicati a menti straordinarie e fragili, da “La teoria del tutto” a “Hidden Figures”. Tutti debitori di un racconto che ha saputo unire rigore storico ed emozione pura.
Rivedere “The Imitation Game” oggi significa ricordare quanto la libertà, l’intelligenza e la diversità abbiano un prezzo. Ma anche quanto possano cambiare il mondo. È un film che commuove ogni volta, capace di parlare al presente con la voce di chi non ha mai smesso di cercare la verità. Un capolavoro da Oscar, costruito su un’interpretazione che ha fatto la storia e su una lezione che non smette di valere: “A volte, sono proprio le persone di cui nessuno si aspetta nulla a fare le cose che nessuno riesce a immaginare.”
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