Il sospetto di Hitchcock, il capolavoro che divide e ipnotizza, ora gratis su RaiPlay.
Ci sono film che non invecchiano, nonostante il tempo, le mode o la tecnologia. Il sospetto (Suspicion, 1941) di Alfred Hitchcock appartiene a questa categoria ristretta di opere che continuano a interrogare chi le guarda, anche dopo ottant’anni. Oggi è disponibile gratuitamente su RaiPlay, nella sezione dedicata ai cult: un’occasione irripetibile per scoprire, o riscoprire un film che ha riscritto le regole del thriller psicologico e ha regalato alla storia del cinema una delle interpretazioni più potenti di sempre. Lina McLaidlaw (Joan Fontaine) è una donna timida, fragile e profondamente idealista. Johnnie Aysgarth (Cary Grant) è invece affascinante, spiritoso, irresistibile.
Il loro incontro sembra una favola romantica, ma Hitchcock, maestro dell’inganno visivo, trasforma presto l’amore in sospetto. Chi è davvero Johnnie? Un seduttore in cerca di fortuna? Un assassino mascherato da gentiluomo? O solo un uomo frainteso? Il regista gioca con la percezione dello spettatore come un illusionista che non svela mai il trucco. Ogni dettaglio, ogni sguardo, ogni ombra diventa un indizio potenziale. Il bicchiere di latte che Johnnie porta alla moglie, reso luminescente grazie a una lampadina nascosta, è ancora oggi uno dei simboli più riconoscibili della tensione cinematografica.
Il sospetto come arte: la lezione di Hitchcock su RaiPlay
Il sospetto non è un giallo nel senso classico: è una storia sulla paura dell’intimità, sul dubbio che può distruggere anche l’amore più sincero. Hitchcock costruisce l’angoscia attraverso il non detto, lasciando che il pubblico viva la stessa incertezza di Lina. È un film che spinge lo spettatore a dubitare non solo del protagonista, ma anche di sé stesso, della propria capacità di giudicare. Questa scelta registica, unita al finale volutamente ambiguo (diverso da quello più tragico del romanzo originale Before the Fact di Francis Iles), trasformò il film in un oggetto di discussione per anni. Ancora oggi, i cinefili si dividono: Johnnie è colpevole o innocente? Hitchcock, come sempre, non offre risposte. Joan Fontaine, con la sua interpretazione intensa e trattenuta, vinse l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel 1942: è l’unica volta in cui un film di Hitchcock ha ottenuto una statuetta competitiva.

Il suo volto, sospeso tra amore e terrore, rimane una delle immagini più iconiche della Hollywood degli anni Quaranta. La critica dell’epoca accolse il film con entusiasmo, lodando la regia elegante e la tensione costante. “Il sospetto” incassò oltre quattro milioni di dollari, una cifra notevole per l’epoca, e consolidò il legame fra Hitchcock e il grande pubblico americano. Rivederlo oggi, gratis su RaiPlay, significa entrare nel laboratorio del maestro del brivido e comprendere come la paura non nasca dal sangue o dagli omicidi, ma dallo sguardo, dall’incomprensione, dal dubbio. È un film che parla ancora al presente, dove il sospetto amplificato dai social e dalle apparenze, continua a dominare i rapporti umani. Per le nuove generazioni, rappresenta una lezione di cinema e di empatia. Per chi lo conosce già, è un ritorno alle origini del linguaggio visivo moderno. Un’occasione imperdibile: un cult da salvare, da custodire, da tramandare.
