I figli degli altri: il film più visto su RaiPlay che racconta la maternità che non si dice.
C’è un film che in questi giorni sta scalando le classifiche di RaiPlay, conquistando il pubblico con la sua delicatezza disarmante e una verità che non lascia scampo. I figli degli altri di Rebecca Zlotowski, con una straordinaria Virginie Efira, è diventato il titolo più visto della piattaforma: un successo che nasce dal silenzio, dalle pause, da ciò che resta non detto ma brucia dentro. La storia è quella di Rachel, una donna quarantenne che insegna francese e che, dopo anni di equilibrio conquistato, si innamora di Ali, un uomo separato con una bambina di quattro anni, Leila. Non c’è nulla di eccezionale in questo incontro, eppure inizia da lì il vero terremoto emotivo del film. Rachel entra nella vita di Ali e di sua figlia con la leggerezza di chi sa di non avere diritti, ma con la profondità di chi ama fino in fondo.

Diventa una presenza dolce e stabile, un punto di riferimento. Ma quel legame, come accade spesso nella vita reale non appartiene a nessuno davvero, e quando l’amore finisce, resta una ferita che non si vede. Zlotowski affronta un tema che il cinema raramente osa raccontare: la maternità non biologica, quella di chi ama un figlio che non è suo, senza poterne rivendicare nulla. È un amore fatto di assenze, gesti minimi e limiti. Rachel non cerca di sostituirsi a nessuno, ma nel suo modo di ascoltare, abbracciare, accompagnare Leila a scuola, si costruisce una maternità fragile eppure piena. Il film non urla, non predica. Osserva. E in quel silenzio lascia emergere tutto ciò che il cuore non riesce a spiegare.
Virginie Efira, un’interpretazione da brividi su RaiPlay
La forza del film è tutta nella recitazione di Virginie Efira, che ha vinto il Premio Lumière 2023 come miglior attrice. Il suo volto racconta il conflitto di una donna che si scopre madre senza esserlo, che impara a lasciare andare ciò che ama. Accanto a lei Roschdy Zem (Ali) restituisce un personaggio complesso, diviso tra passato e presente, mentre Chiara Mastroianni, nel ruolo dell’ex moglie, completa un triangolo affettivo pieno di sfumature. Dopo il passaggio alla Mostra del Cinema di Venezia 2022, dove fu candidato al Leone d’Oro, I figli degli altri è diventato un piccolo caso di cinema d’autore.
Su RaiPlay, dove è ora il film più visto, ha trovato il suo pubblico ideale: quello che cerca storie vere, emozioni riconoscibili e personaggi che sembrano usciti dalla vita quotidiana. La regia di Zlotowski è pulita, empatica, attenta. Non c’è dramma costruito, ma una verità che cresce scena dopo scena. È un film che non consola, ma che accompagna, ricordando che non serve un legame di sangue per appartenere a qualcuno, almeno per un po’. Alla fine, un film che non si dimentica. Ti resta nella voce rotta di Rachel, nei silenzi di Ali, negli occhi di Leila che non capisce ma sente. È un racconto sull’amore, sull’assenza e su tutto ciò che continua anche quando sembra finito. E forse il suo segreto è proprio questo: non offre risposte, ma lascia il cuore pieno di domande. Un piccolo film francese, arrivato su RaiPlay senza clamore, che oggi commuove l’Italia con la sua sincerità. Un promemoria dolce e crudele insieme: anche l’amore che non lascia tracce visibili può cambiare una vita.
