Ci sono film che nascono per caso, con mezzi ridotti, ma finiscono per riscrivere un intero genere: è il caso di “Quel maledetto treno blindato”, che torna stasera in tv su Rai Movie (canale 24) alle 21:10. Un titolo che oggi suona come leggenda, ma nel 1978 era solo un progetto audace di un regista visionario, Enzo G. Castellari, deciso a sfidare Hollywood con un budget minuscolo e un sogno gigantesco.
Girato tra Italia e Francia con pochi mezzi e tanta creatività, questo film di guerra è diventato nel tempo una pietra miliare del “macaroni combat”. Quest’ultimo è il filone bellico all’italiana nato sull’onda dello spaghetti western. Ma ciò che lo rende unico è la sua energia grezza, la messa in scena coraggiosa e quell’ironia che trasforma l’eroismo in follia, la guerra in spettacolo, e l’impossibile in leggenda.
Nel cast brilla un gruppo eterogeneo di interpreti internazionali: Bo Svenson nel ruolo del tenente Yeager, Peter Hooten, Fred Williamson, Michael Pergolani, Jackie Basehart e Michel Constantin. Attori scelti non per l’adesione ai canoni hollywoodiani, ma per la loro umanità spigolosa. Volti veri, imperfetti, capaci di portare sullo schermo la stanchezza, la paura e la rabbia di chi non vuole più combattere una guerra che non gli appartiene. La colonna sonora è firmata da Francesco De Masi, tra i compositori più prolifici del cinema italiano, mentre la fotografia di Giovanni Bergamini cattura con tagli netti e luce viva il caos della battaglia. Ogni scena sembra improvvisata, eppure tutto vibra di ritmo, di invenzione, di puro mestiere.
All’epoca della sua uscita, “Quel maledetto treno blindato” non ottenne grandi risultati al botteghino. Nessun premio, nessun clamore, solo un piccolo seguito di appassionati del genere. Ma come accade spesso ai film più coraggiosi, il tempo ne ha svelato la grandezza. E a riaccendere la miccia ci ha pensato uno dei registi più influenti del nostro tempo: Quentin Tarantino. Il titolo internazionale del film, “The Inglorious Bastards”, è diventato nel 2009 un omaggio diretto nel capolavoro tarantiniano “Inglourious Basterds”. Tarantino non solo ha ripreso il nome, ma ha dichiarato apertamente di essersi ispirato al film di Castellari per il tono, il coraggio e la struttura corale dei personaggi. Tanto da volerlo al suo fianco: Enzo G. Castellari appare in un cameo nel finale del film americano.
Così un piccolo film italiano, realizzato con pochi spicci e tanto ingegno, è diventato un punto di riferimento per il cinema contemporaneo. Da oggetto di culto tra cinefili, si è trasformato in simbolo di libertà creativa, dimostrando che la grandezza non dipende dal budget ma dalla visione. Oggi, grazie a Rai Movie, quella visione torna in prima serata. E non è un semplice appuntamento televisivo: è un atto d’amore verso il cinema italiano, quello coraggioso, imperfetto, che osa più dei colossi americani. È la possibilità di riscoprire un film che ha ispirato generazioni di registi, da Tarantino a Robert Rodriguez, e che ancora oggi insegna che l’arte può nascere dal caos, dalla ribellione, dalla voglia di fare qualcosa di diverso.
“Quel maledetto treno blindato” è tutto questo: un atto di sfida, un grido di libertà lanciato in mezzo al rumore dei proiettili e delle locomotive in corsa. Guardarlo oggi significa ricordare che anche un film dimenticato può cambiare la storia. Basta un’idea forte, un regista che non si arrende, e un treno carico di sogni pronti a esplodere. Stasera su Rai Movie, alle 21:10, quel treno torna a correre. E il suo rumore, dopo quasi cinquant’anni, fa ancora tremare Hollywood.
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