Elio Germano fluttua su Netflix: una delle sue prove più delicate e dimenticate.
Elio Germano è tornato al cinema con Tre Ciotole, accanto ad Alba Rohrwacher, ma c’è un titolo su Netflix che merita di essere (ri)scoperto: L’uomo senza gravità. Un film italiano del 2019 firmato da Marco Bonfanti, che mescola poesia e realismo, favola e malinconia. In questo piccolo gioiello, Germano regala una delle sue interpretazioni più intime e fisiche, forse passata inosservata al grande pubblico, ma capace di lasciare un segno autentico. Oscar nasce in una notte di tempesta e fin dal primo respiro sfida la legge di gravità. Galleggia, letteralmente. Sua madre e sua nonna lo crescono nascondendo il segreto, protettive e impaurite da un mondo che non accetterebbe “un bambino che vola”. Anni dopo, diventato adulto, Oscar decide di non nascondersi più. Si mostra, si espone, diventa un fenomeno mediatico. E come spesso accade, la curiosità del pubblico lo divora.
Elio Germano interpreta questo personaggio fragile e magnetico con una leggerezza che sembra provenire da un’altra dimensione. Non c’è spettacolarità, ma una costante tensione tra desiderio e solitudine, tra la voglia di essere accettato e il bisogno di tornare a se stesso. L’uomo senza gravità parla di diversità, ma lo fa con una grazia rara nel cinema italiano. Bonfanti costruisce una storia che alterna poesia e dolore, evitando i cliché del dramma sociale e preferendo la delicatezza di una fiaba contemporanea. L’ambientazione sospesa, la fotografia pastello e la colonna sonora eterea creano un mondo dove il “diverso” diventa specchio universale: chi non si è mai sentito fuori posto almeno una volta?
Oscar, con il suo corpo che sfugge al peso del mondo, diventa simbolo di chi cerca un posto per esistere. E Germano riesce a trasformare questa metafora in carne viva: i suoi movimenti, gli sguardi, la voce spezzata rendono il personaggio credibile e struggente. Negli ultimi anni l’attore ha collezionato ruoli intensi e celebrati, da Volevo nascondermi a Favolacce, ma L’uomo senza gravità rappresenta un unicum nella sua carriera. È il film in cui la sua recitazione si fa corpo poetico, in cui la fisicità diventa linguaggio.
Il film non ha ricevuto grandi premi, ma ha conquistato chi lo ha scoperto su Netflix, proprio per la sua capacità di emozionare senza forzature. Una piccola opera che scorre leggera, come il suo protagonista, e che oggi, a distanza di qualche anno acquista ancora più valore per la coerenza con il percorso artistico di Germano. Rivederlo ora, mentre l’attore romano torna nelle sale con Alba Rohrwacher, è come riscoprire un lato dimenticato del suo talento: quello capace di volare basso e toccare il cielo.
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