Quando l’Italia vinse l’Oscar con l’ironia: il capolavoro di Germi che oggi puoi (ri)scoprire gratis su RaiPlay.
C’è un’Italia che sapeva ridere delle proprie contraddizioni e trasformarle in arte. Un’Italia che conquistò Hollywood con la satira, non con gli effetti speciali. È l’Italia di Pietro Germi e del suo immortale Divorzio all’italiana, oggi disponibile gratis su RaiPlay, in alta definizione, per chi vuole scoprire (o riscoprire) come la commedia possa diventare cultura, denuncia e poesia allo stesso tempo. Un film del 1961, eppure modernissimo, capace di raccontare con sarcasmo e lucidità un Paese bloccato nelle sue regole, ma pronto a cambiare. E per chi non lo conosce, ecco la notizia che dovrebbe bastare a premere “play”: questo film vinse un Premio Oscar. Non una candidatura, ma una statuetta vera, quella per la migliore sceneggiatura originale, un riconoscimento che, ancora oggi, suona come una dichiarazione d’amore verso il cinema italiano.

Protagonista assoluto è Marcello Mastroianni, nel ruolo del nobile siciliano Ferdinando Cefalù, l’uomo che sogna il divorzio in un’Italia dove il divorzio non esiste. Per liberarsi della moglie Rosalia (una straordinaria Daniela Rocca) e coronare il sogno d’amore con la giovanissima Angela (la debuttante Stefania Sandrelli), Ferdinando escogita un piano assurdo, tragico e comico allo stesso tempo: spingere la moglie al tradimento per poterla “uccidere per onore”. Sembra grottesco, ma è proprio qui che il genio di Germi brilla: nel mettere alla berlina una mentalità maschilista e una giustizia paradossale, con uno humour nero che non invecchia mai.
I premi di Divorzio all’italiana (su RaiPlay) che hanno fatto la storia
Oltre all’Oscar del 1963, Divorzio all’italiana ottenne anche due nomination: Miglior attore protagonista (Marcello Mastroianni) e Miglior regia (Pietro Germi). In Italia arrivarono il David di Donatello e due Nastri d’Argento per regia e sceneggiatura, consolidando il successo del film anche sul piano nazionale. Raramente una commedia aveva saputo colpire così nel segno, conquistando la critica e, allo stesso tempo, il pubblico. Quella sceneggiatura, firmata da Germi insieme a Ennio De Concini e Alfredo Giannetti resta una delle più raffinate della storia del cinema italiano: un equilibrio perfetto tra ironia e ferocia, tra risata e disincanto. A oltre sessant’anni dalla sua uscita, Divorzio all’italiana continua a essere studiato nelle scuole di cinema di tutto il mondo.
La regia asciutta, la fotografia in bianco e nero di Leonida Barboni, la colonna sonora firmata da Carlo Rustichelli: tutto concorre a costruire un linguaggio che ha influenzato generazioni di registi, da Woody Allen a Pedro Almodóvar. Eppure, la sua forza più grande resta la semplicità con cui smaschera l’ipocrisia: un sorriso che diventa critica sociale, un’ironia che si fa specchio della realtà. Ora è gratuito, disponibile per tutti su RaiPlay, senza abbonamenti né scuse. Mostra un’Italia diversa, ma anche incredibilmente attuale: un Paese che sa ridere dei propri limiti, e che, grazie a film come questo, ha insegnato al mondo cosa significa commedia all’italiana. Guardarlo oggi significa fare un viaggio nel tempo e scoprire un modo di fare cinema che non esiste più, ma che ha ancora tanto da dire alle nuove generazioni.
