Un thriller serrato e la voce di Diana Krall nei titoli di coda: l’ultima occasione per vedere Eastwood su Netflix.
Chi ama il cinema di Clint Eastwood ha ancora pochissimi giorni per recuperare un suo film rimasto quasi nascosto, ma che merita un’ultima visione: Fino a prova contraria, noto anche con il titolo originale True Crime. Dal 12 ottobre la pellicola sparirà dal catalogo Netflix, trasformando queste ore in un’occasione unica per chi vuole riscoprire una storia di tensione, etica e riscatto. Uscito nel 1999, il film rappresenta uno dei progetti più coraggiosi di Eastwood. Nonostante al botteghino americano gli incassi abbiano raggiunto “solo” 16,6 milioni di dollari a fronte di un budget molto più alto, la pellicola è rimasta impressa nella memoria degli appassionati per la sua forza narrativa e per il modo in cui affronta un tema delicatissimo: la pena di morte.
L’interpretazione di Eastwood, che veste i panni di un giornalista investigativo alla ricerca della verità, si inserisce perfettamente nel filone di ruoli tormentati e profondi che hanno caratterizzato la sua carriera. La trama ruota attorno a Steve Everett, reporter in caduta libera dopo problemi di alcolismo, che si trova davanti a un caso capace di ribaltare la sua vita. Un uomo di colore condannato all’iniezione letale per l’omicidio di una ragazza bianca. Everett fiuta qualcosa di sospetto, nota incongruenze e, armato solo della sua ostinazione, avvia una corsa contro il tempo per dimostrare l’innocenza del condannato. Il film tiene con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo, con una tensione crescente che solo un regista come Eastwood sa calibrare. Accanto a lui, il cast offre interpretazioni solide: da Isaiah Washington a James Woods, fino a Lisa Gay Hamilton.
Il cuore pulsante resta Eastwood stesso, che con la sua presenza magnetica riesce a rendere credibile un personaggio imperfetto, fragile e testardo. È quel tipo di eroe che Eastwood ha sempre amato raccontare: uomini segnati dalla vita, ma ancora capaci di combattere. Un elemento che rende Fino a prova contraria ancora più speciale è la colonna sonora. La canzone dei titoli di coda, “Why Should I Care?”, porta la firma di Diana Krall e la supervisione dello stesso Eastwood, da sempre appassionato di jazz. La musica non accompagna soltanto i titoli finali. Qui diventa un contrappunto emotivo che amplifica il senso di umanità della storia, regalando al film un tocco elegante e malinconico.
Col tempo, questa pellicola è stata spesso considerata minore rispetto ai capolavori di Eastwood, eppure rivista oggi appare come un tassello fondamentale per comprendere la sua poetica. La lotta contro l’ingiustizia, la tensione morale, la riflessione sulla responsabilità delle scelte. Non è un caso che la critica lo abbia rivalutato, ricordandone soprattutto l’approccio crudo e diretto ai temi sociali. Ecco perché vederlo ora su Netflix non è solo un consiglio, ma quasi un dovere per chi ama il cinema d’autore. Dal 12 ottobre scomparirà dal catalogo, lasciando un vuoto per gli spettatori che ancora non hanno avuto modo di apprezzarlo. Questa è davvero l’ultima occasione per vivere sullo schermo la forza narrativa di Eastwood unita a una delle colonne sonore più raffinate della sua filmografia.
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