La piscina: il cult con Delon e Schneider torna stasera in tv su Rai Movie e RaiPlay.
Sabato sera in tv significa commedie leggere, action adrenalinici o show di intrattenimento. Per questo sorprende e incuriosisce la scelta di Rai Movie: in seconda serata, intorno all’una di notte, arriva La piscina (La Piscine), il capolavoro del 1969 diretto da Jacques Deray con Alain Delon e Romy Schneider. Un titolo che non appartiene alla logica del “sabato sera di massa”, ma che rappresenta un’eccezione felice, un piccolo lusso da concedersi davanti allo schermo o recuperando il film su RaiPlay, dove resta disponibile on demand. Girato nella cornice assolata della Costa Azzurra, il film racconta la vacanza di Jean-Paul e Marianne, coppia apparentemente serena che passa le giornate in una villa con piscina. L’arrivo di Harry, ex amante di lei e vecchio amico di lui, accompagnato dalla giovane figlia Pénélope, accende dinamiche pericolose.
Sguardi, silenzi, gelosia e tensioni represse trasformano l’acqua limpida della piscina in un simbolo oscuro, fino a un epilogo che mescola tragedia e ambiguità morale. Se La piscina è diventato un cult, gran parte del merito va al fascino magnetico di Alain Delon e Romy Schneider. La loro relazione nella vita reale, intensa e tormentata, amplifica la carica sensuale delle scene. Lui, icona di bellezza e ambiguità, dà vita a un personaggio capace di passare dalla leggerezza alla crudeltà con un semplice sguardo. Lei, con la sua grazia malinconica, incarna una femminilità complessa, libera e tormentata al tempo stesso. Al loro fianco, Maurice Ronet e una giovanissima Jane Birkin, presenze che arricchiscono l’equilibrio fragile della storia.
Fotografia e stile: il trionfo dell’estetica anni Sessanta ne La Piscina stasera in tv
Il film è rimasto impresso nell’immaginario non solo per il suo intreccio psicologico, ma anche per la sua estetica. La fotografia cattura il contrasto tra la solarità della Costa Azzurra e l’ombra che avvolge i protagonisti. Le inquadrature della piscina, i corpi sfiorati dal sole e i costumi dell’epoca hanno fatto scuola, diventando simboli di un cinema elegante, sospeso tra desiderio e freddezza. Ogni dettaglio, dalla villa modernista ai silenzi carichi di tensione, contribuisce a quell’atmosfera che ancora oggi seduce e inquieta. All’uscita, il film divise la critica: alcuni lo considerarono un gioiello raffinato, altri lo accusarono di eccessiva freddezza e lentezza narrativa. Con il passare del tempo, però, La piscina è stato riscoperto come uno dei massimi esempi di cinema psicologico europeo, capace di raccontare i rapporti umani con un linguaggio minimalista e al tempo stesso sensuale.

Non a caso ha ispirato opere successive, tra cui A Bigger Splash di Luca Guadagnino. Guardare questo film oggi significa immergersi in un’esperienza visiva e sensoriale che va oltre la trama. È un film che respira attraverso i silenzi, che racconta l’ambiguità delle relazioni con un’eleganza che il cinema contemporaneo raramente osa. In un sabato sera dominato da titoli immediati e spettacolari, vale la pena concedersi questa eccezione: un viaggio dentro un cult che porta sullo schermo la bellezza magnetica di due star irripetibili e un’atmosfera che continua a esercitare fascino dopo più di cinquant’anni.
