Silver dopo X Factor: “Con Morgan e Mengoni legami sinceri. I talent? Non sono un punto d’arrivo”

Silver: dall’esperienza a X Factor a un percorso musicale ricco di rinascite.

Silver, al secolo Silvio Barbieri, è un cantautore italiano che il pubblico ha conosciuto grazie alla terza edizione di X Factor Italia nel 2009. Da quel trampolino ha costruito una carriera solida, fatta di canzoni pop, collaborazioni prestigiose e un impegno costante tra musica e sociale. Oggi continua a rinnovarsi, alternando singoli, live e progetti che uniscono musica, letteratura e arti visive.

Nato morendo ha un titolo molto forte. Non temi che venga percepito come cupo, senza coglierne la rinascita che volevi trasmettere?

“Per la mia esperienza, quando si arriva a pensare al titolo di una canzone, è perché il testo è già stato scritto nella sua totalità quindi, inevitabilmente, determina la scelta del titolo stesso; nonostante questo, cerco sempre di prestare attenzione al mood che la canzone mi trasmette e cerco quindi le parole che più si confanno all’atmosfera. In questo caso specifico, c’era anche l’idea di intitolarlo “HEY!” o “Alé Alé”, ma è stata subito accantonata proprio perché avrebbe fatto pensare a tutt’altro rispetto allo spirito profondo del testo”.

A X Factor non hai potuto pubblicare l’inedito. Quanto ti ha segnato quell’episodio e come lo hai trasformato in forza?

“Quando la musica ti accompagna fin da piccolo e lo scrivere canzoni ed esibirti sul palco diventano parte di te, non esiste nulla che può fermare la corrente, se non te stesso. L’episodio legato al mio inedito ha avuto sicuramente delle ripercussioni negative, nell’immediato, sul mio percorso artistico. Non è dipeso dalla mia volontà però: per questo non mi ci sono soffermato più di tanto, non ho voluto cedere a sentimenti di sconforto, né mollare. Proprio come ci ricorda “Nato morendo”, da ogni difficoltà occorre risollevarsi, rinascere, più combattivi e motivati che mai. Così, se alcuni avevano voluto dare Silver per “morto”, era proprio da lì che invece ripartiva tutto! Affiancato dalle persone giuste, mi sono rimboccato le maniche e ho proseguito con più coraggio e determinazione di prima, senza fermarmi mai”.

silver x factor
Silver oggi dopo X Factor

Silver dopo X Factor: vedo ancora Morgan e Mengoni 

Nel tuo team guidato da Morgan c’era Marco Mengoni. Ti capita di risentirli?

“Ho dei bellissimi ricordi di quella esperienza ed è capitato di rincontrarsi in varie occasioni con molti dei miei “compagni d’avventura”; con Marco Mengoni ho avuto modo di incontrarmi negli studi Rai di Milano, piuttosto che a Verona ad assistere al concerto di Paul McCarteny, uno degli artisti preferiti che condividiamo. Con Morgan anche ci sono stati diversi incontri, musicali e personali, ci si vede ancora piuttosto regolarmente. Ciò che mi affascina è percepire quanto l’aver condiviso immersivamente un tratto del nostro percorso, abbia creato legami capaci di risplendere in sguardi e abbracci sinceri, anche dopo il tempo passato”.

Oggi tanti giovani puntano su autotune e format tv. Che idea ti sei fatto di questo panorama?

“Le possibilità di affacciarsi al mondo della musica mainstream che c’erano. Negli anni Sessanta erano forse più rare e allo stesso tempo complicate. Oggi esistono più occasioni di visibilità in programmi televisivi e internet. Ciò che deve prevalere in chi decide di proporsi a un talent, o a un format televisivo, è la consapevolezza che si partecipa per sfruttare la visibilità che una esposizione così ampia produce. Non deve essere considerata una meta, semmai un mezzo per raggiungere i propri obiettivi. Occorre non farsi sfruttare da un sistema che potrebbe contenere delle insidie. Bisogna essere pronti a proporre sé stessi e il proprio progetto musicale e artistico, nel quale occorre credere fermamente, a prescindere da quello che potrà essere il risultato della “classifica” all’interno dello show. Consiglio sempre ai giovani di intraprendere un percorso di questo tipo solo quando hanno fatto sufficiente gavetta e sono davvero pronti, dal punto di vista artistico, di progetto, soprattutto personale. L’auto-tune? Meglio quando stava chiuso negli studi di registrazione: occhio non vede, cuore non duole”.

Per i miei fan sono come Dorian Grey

Nel video di Nato morendo ci sono richiami a Wilde e Poe. Con chi ti piacerebbe collaborare per spingere ancora di più questa vena artistica?

“Le forme espressive che posso dire di appartenermi, quelle con cui mi trovo più libero e diretto, sono le canzoni e la comunicazione verbale, infatti da anni sono anche pubblicista, nonché autore e conduttore di programmi musicali e veejay. Mi addentro volentieri anche in ambiti nei quali ho meno esperienza. Cerco di farmi contagiare dalle passioni di altre persone a me vicine. Nel caso del nuovo singolo, mi ha fin da subito affascinato l’idea di aggiungere nuove sfumature di significato al brano, utilizzando le immagini, il videoclip. Il concept è ispirato alla letteratura (Poe e Wilde) e alla pittura. Lo ha ideato Rita Biganzoli, in collaborazione con Matteo Sambero (regia), che sono riusciti a farmi appassionare all’idea di apportare valore aggiunto al progetto. Per questo abbiamo coinvolto anche un artista che ormai collabora con noi in pianta stabile, Gino Rodella (già artefice del trucco in argento per la copertina dell’album “Silver”, tra le altre cose). Lui ha realizzato un mio ritratto proprio per l’occasione. Non dico di più, altrimenti si perde la suspence del video. Aggiungo solo una curiosità, la scelta del quadro rientra in un gioco con i fans, che puntualmente mi paragonano a Dorian Gray”.

Lascia un commento