Domenica In 2025 parte tra critiche e polemiche: il pubblico chiede un cambio di rotta.
La nuova stagione di Domenica In, partita domenica 21 settembre su Rai 1 con Mara Venier al timone, è stata presentata come un’edizione “corale”, con la promessa di portare freschezza e un’impostazione più moderna. Nelle intenzioni, la presenza di più volti in conduzione avrebbe dovuto rendere il programma più dinamico, in grado di affrontare diversi registri e attirare un pubblico trasversale. Nella pratica, però, il risultato è stato giudicato da molti spettatori come caotico e poco coerente. Al fianco di Mara Venier, nella prima puntata hanno trovato spazio Enzo Miccio, chiamato per la parte lifestyle, Tommaso Cerno per l’attualità e Teo Mammucari con la sua rubrica dedicata al “Tabellone cruciverba”. Una scelta che avrebbe potuto segnare un cambio di passo, ma che ha lasciato l’impressione di un mosaico privo di reale armonia.
La conduzione è apparsa sbilanciata: la padrona di casa ha continuato a occupare gran parte della scena, spesso sovrapponendosi agli altri e limitando la possibilità di una gestione davvero corale. Particolare clamore ha suscitato la presenza di Teo Mammucari. L’ex giudice di talent aveva in passato criticato programmi come La Ruota della Fortuna, definendoli superati e fuori dal suo tempo. Proprio per questo, la sua apparizione in un gioco televisivo a base di cruciverba è stata accolta con ironia e critiche pungenti sui social. Durante il blocco, inoltre, Mammucari ha ironizzato su Canale 5, definendo la stessa Venier “Samara”, in riferimento a Samira Lui, valletta di Gerry Scotti. Una battuta che non è passata inosservata, interpretata da molti come un attacco gratuito alla concorrenza.
Un altro momento centrale della puntata è stato il tributo a Pippo Baudo, figura storica della televisione italiana e volto indimenticabile dello stesso Domenica In. La celebrazione, arricchita dalla presenza di ospiti illustri e testimonianze, avrebbe dovuto rappresentare il cuore emozionale dello show. Eppure, più di qualcuno ha percepito un tono autoreferenziale, con diversi ospiti che hanno finito per parlare soprattutto di sé, relegando la grandezza di Baudo in secondo piano. Sui social, i commenti sono stati durissimi. Molti spettatori hanno definito la puntata “soporifera” e “imbarazzante”, sottolineando la mancanza di innovazione e il ricorso a meccanismi televisivi datati. Alcuni hanno addirittura rivendicato di non guardare da anni il programma, trovando in questa edizione l’ennesima conferma della loro scelta. L’hashtag #DomenicaIn è rimasto a lungo in tendenza, ma più per le critiche che per un reale entusiasmo.
Fa discutere anche il retroscena legato a Gabriele Corsi. Il conduttore, inizialmente previsto come parte della conduzione al fianco di Mara Venier, ha scelto di fare un passo indietro all’ultimo momento. Una decisione che molti hanno letto come un gesto di lucidità, evitando di legarsi a un progetto che rischia di non trovare la giusta direzione. Il cinquantenario di Domenica In meritava un rilancio, ma la prima puntata ha mostrato limiti già noti: eccessiva autoreferenzialità, conduzione poco equilibrata e scelte editoriali che non sembrano parlare al pubblico giovane. La tradizione resta un valore, ma senza un rinnovamento autentico rischia di trasformarsi in un peso. La sensazione generale è che serva un cambio di passo immediato, altrimenti il celebre contenitore domenicale rischia di rimanere intrappolato in un passato che non riesce più a dialogare con il presente.
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