Rai porta in primo piano La scelta di Maria: due volti di Montalbano nel cast.
Su RaiPlay, tra i titoli consigliati che spiccano nella home, c’è un docu-film che merita attenzione: La scelta di Maria, firmato da Francesco Miccichè. Non si tratta solo di una produzione storica, ma di un racconto che unisce memoria, emozione e volti familiari al grande pubblico. Due attori legati all’universo di Montalbano, Cesare Bocci e Alessio Vassallo si ritrovano insieme per dare vita a una storia che ha segnato la coscienza collettiva italiana. Il docufilm ripercorre la vicenda di Maria Bergamas, madre di un soldato disperso nella Prima Guerra Mondiale, chiamata nel 1921 a compiere una scelta simbolica e dolorosa: indicare una delle undici bare di caduti senza nome, destinata a diventare il Milite Ignoto.
Quel momento, celebrato nella basilica di Aquileia, aprì una pagina fondamentale della storia nazionale. Il viaggio della salma verso Roma, attraverso 120 città in soli quattro giorni, è raccontato con immagini potenti, che intrecciano ricostruzioni e materiali d’epoca. Non si tratta solo di cronaca storica, ma di un cammino collettivo di lutto e memoria che, a distanza di un secolo, conserva ancora una forza commovente. Uno degli elementi che rende questo titolo particolarmente accattivante è la presenza di Cesare Bocci e Alessio Vassallo, due attori che il pubblico associa immediatamente a Montalbano. Bocci, interprete storico di Mimì Augello nella serie con Luca Zingaretti, veste qui i panni del Ministro della Guerra Luigi Gasparotto. Vassallo, che nello spin-off Il giovane Montalbano era proprio la versione più giovane di Augello, interpreta invece il tenente Augusto Tognasso.
Vederli insieme nello stesso progetto, con ruoli diversi ma ugualmente incisivi, crea un ponte affascinante per gli spettatori: la continuità tra il successo di Rai Fiction legato al commissario siciliano e la volontà di dare volto a una storia vera, profondamente radicata nella memoria italiana. La scelta di Maria non è solo un omaggio a una madre, ma un’opera che porta in scena l’Italia intera. L’uso di repertori storici, animazioni e testimonianze ricostruite permette di parlare anche alle nuove generazioni. Non stupisce che il titolo sia diventato uno dei più visti su RaiPlay, con un’accoglienza positiva sia dalla critica che dal pubblico.
La regia di Miccichè ha puntato su un ritmo narrativo incalzante, capace di alternare momenti intimi e solenni. La colonna sonora, delicata e intensa, accompagna lo spettatore in un percorso che non scivola mai nel retorico, ma rimane aderente all’emozione autentica di quel periodo storico. In un tempo in cui la memoria rischia di sbiadire, il docu-film Rai restituisce forza a un episodio che ha unito un Paese intero. La figura di Maria Bergamas emerge come simbolo di resilienza e dignità, e attraverso di lei prende forma la voce di tutte le madri italiane che persero un figlio in guerra. La scelta di Maria diventa così non solo un titolo da guardare, ma un’esperienza che porta con sé un messaggio universale: ricordare per non dimenticare, unire per superare le fratture.
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