Un film turco che non hai mai visto così: Baskin – La porta dell’inferno su Prime Video.
Quando si parla di cinema turco, la mente corre subito alle serie di successo trasmesse su Canale 5: Terra Amara, Cherry Season, Tradimento. Storie di amori impossibili, drammi familiari e intrecci romantici che hanno conquistato il pubblico italiano. Ma il catalogo internazionale offre molto di più, e Prime Video custodisce un titolo tra quelli a noleggio che ribalta completamente l’immaginario collettivo: “Baskin – La porta dell’inferno”, horror diretto da Can Evrenol, che porta lo spettatore in territori lontanissimi dalle soap più popolari. Baskin, uscito nel 2015 e ora disponibile in streaming, è un film che sorprende già dai primi minuti. La storia si apre con un bambino perseguitato da un incubo, per poi trascinare lo spettatore dentro una notte allucinata insieme a cinque poliziotti.
Chiamati a intervenire in un edificio abbandonato, i protagonisti entrano in un vortice di follia e terrore che ricorda tanto le atmosfere del cinema horror italiano degli anni ’70 e ’80, con citazioni evidenti a maestri come Dario Argento e Lucio Fulci. Non c’è spazio per romanticismi o toni leggeri. Evrenol costruisce un film radicale, capace di mescolare simbolismi religiosi, immaginari esoterici e orrori visivi che fanno pensare a Hellraiser e Martyrs. La fotografia scura, le inquadrature claustrofobiche e la presenza disturbante di personaggi deformi trasformano il film in una discesa agli inferi senza ritorno. Al centro del racconto c’è Baba, il capo di una setta che sembra conoscere i segreti più intimi di chiunque lo incontri. A interpretarlo è Mehmet Cerrahoglu, un attore dalla presenza scenica inimitabile, resa ancora più potente dalla rara condizione della pelle che lo contraddistingueva. La sua immagine, inquietante e ipnotica, rende “Baskin” un film impossibile da dimenticare.
Chi ha conosciuto la Turchia soltanto attraverso i drammi romantici in prima serata, resterà spiazzato. Questo film mostra un Paese che dialoga con il cinema d’autore internazionale, che osa spingersi oltre i confini narrativi convenzionali. È un racconto che scuote, che non ha paura di disturbare e che si rivolge a un pubblico ben preciso: chi cerca un’esperienza forte, lontana dagli schemi rassicuranti.
In un panorama di streaming dove spesso si preferiscono titoli rassicuranti, Baskin diventa un’occasione rara. Non è un horror per tutti, e proprio per questo può rappresentare la scelta giusta per chi vuole scoprire un lato della Turchia che non ha nulla a che vedere con i palazzi signorili di Cukurova o con le storie d’amore da prime time. È un film che lascia addosso inquietudine, ma anche l’impressione di aver visto qualcosa di unico, capace di dialogare con la tradizione visionaria del nostro cinema di genere.
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