Sanremo 2026 è già al centro della conversazione pubblica. E le prime indiscrezioni fanno tremare i fan: tra i possibili co-conduttori spunta Damiano David, frontman dei Måneskin, ora lanciato in un tour mondiale da solista. Al suo fianco, sul palco più famoso d’Italia, tornerebbe l’uomo che conosce l’Ariston come pochi: Carlo Conti.
Non si parla di conferme, ma le voci circolano con insistenza. E il pubblico si divide. C’è chi sogna il carisma rock di Damiano accanto alla compostezza rassicurante di Conti. C’è chi teme un contrasto troppo forte. Ma il fascino di questa ipotesi è evidente: un Sanremo generazionale, che mescola il maestro della tv tradizionale con l’icona globale della nuova musica italiana.
La notizia brucia perché si inserisce in un contesto già carico. Sanremo 2026 non sarà un’edizione qualsiasi. Si svolgerà dal 24 al 28 febbraio 2026 al Teatro Ariston, in un calendario posticipato per lasciare spazio alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina. Una scelta che rende l’attesa ancora più spasmodica.
Il Festival sarà in diretta su Rai 1 e porterà ancora la firma di Carlo Conti come conduttore e direttore artistico. Per lui è il quinto mandato, dopo la trilogia 2015-2017 e il ritorno trionfale nel 2025. Un legame con il Festival che ormai profuma di storia.
L’edizione 2026 porterà anche novità di regolamento. Sanremo Giovani alzerà il limite di età: potranno partecipare artisti dai 16 ai 28 anni. Una piccola rivoluzione che allargherà la platea di talenti pronti a conquistare il palco. Le sfide tv saranno su Rai 2 l’11, 18 e 25 novembre e il 2 dicembre. La semifinale il 9 dicembre, la finalissima il 14 dicembre su Rai 1. Ma non è tutto. L’Ariston renderà omaggio a Pippo Baudo, storico volto del Festival, scomparso nel 2025 a 89 anni. Un tributo che emozionerà più generazioni di spettatori, legati a un conduttore che ha segnato epoche diverse.
E mentre i fan cercano indizi sui Big in gara, emergono nomi che accendono la fantasia. Tiziano Ferro, Angelina Mango, Blanco, Caparezza, Patty Pravo, Bobby Solo, Alfa e persino gli Zero Assoluto. Tutti ancora in bilico tra indiscrezione e realtà, in attesa che Conti annunci ufficialmente la lista al TG1 di dicembre.
Ecco perché l’idea di Damiano David sul palco non appare così folle. Sanremo ha sempre amato le contaminazioni, gli incroci tra mondi lontani. E la sua presenza garantirebbe attenzione internazionale, già sperimentata dai Måneskin dopo la vittoria all’Eurovision 2021. Accanto a lui potrebbero arrivare anche altri co-conduttori. Si parla con insistenza di Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, storici amici di Conti. La loro presenza, però, sembra meno rivoluzionaria e più in continuità con il passato. L’incastro dei nomi diventa allora un mosaico: da una parte la comicità toscana, dall’altra l’energia rock internazionale.
Non mancano le certezze già fissate: sembrerebbe confermato l’accordo tra Rai e Comune di Sanremo fino al 2028. Un segnale che l’Ariston resterà il cuore pulsante della musica italiana ancora a lungo. L’atmosfera che circonda Sanremo 2026 è quella delle grandi occasioni. C’è un’aria di passaggio di testimone, di esperimenti audaci. Carlo Conti sembra voler imprimere un marchio forte, mescolando tradizione e sorpresa. In questo quadro, il nome di Damiano David funziona come un detonatore narrativo: fa discutere, divide, accende la curiosità. Ed è esattamente ciò che Sanremo ama fare, da oltre settant’anni. Il resto, come sempre, arriverà all’ultimo. Perché il Festival vive anche di attesa e di voci. E ogni indiscrezione diventa parte dello spettacolo, ancor prima della prima nota sul palco.
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